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Vergogna a Modena: Guardia carceraria arrestata, faceva da Corriere per i detenuti. Ma i telefonini non Entravano "Solo" con i familiari?

Un agente di 28 anni colto in flagrante mentre passava micro-cellulari a un detenuto. Corruzione e l'ennesimo, inaccettabile, buco nella sicurezza penitenziaria. E dire che ci raccontano sempre la stessa favola sui controlli...
16 aprile 2025 di
Vergogna a Modena: Guardia carceraria arrestata, faceva da Corriere per i detenuti. Ma i telefonini non Entravano "Solo" con i familiari?
L R

L'ennesimo schiaffo alla legalità, l'ennesimo tradimento in divisa che getta ombre pesantissime sul sistema carcerario Italiano. 
Non si tratta di un errore, ma di un atto deliberato di corruzione che mina dalle fondamenta la sicurezza che questi agenti dovrebbero garantire.

I fatti crudi: Un tradimento in uniforme

Modena, lunedì sera, si è consumato l'inaccettabile (ancora una volta, qui avevamo parlato del precedente arresto, giusto di qualche giorno fa)
Un agente di polizia penitenziaria, un giovane di appena 28 anni, è stato arrestato. 
La sua colpa? Essere stato beccato in flagrante mentre consegnava micro-telefonini cellulari a un detenuto italiano di 42 anni
Non un favore isolato, ma un meccanismo oliato di illegalità dietro le sbarre.

Entrambi, guardia e ladro (in questo caso, il detenuto beneficiario), sono ora indagati – e ci mancherebbe altro – per corruzione aggravata
Un'accusa pesantissima che fotografa la gravità dei fatti. 
Le perquisizioni successive hanno confermato il quadro: 4 micro-telefonini (grandi quanto un accendino, perfetti per essere occultati) sono stati trovati nella cella del detenuto, e altri due apparecchi identici erano comodamente nascosti nell'auto dell'Agente. 
Un vero e proprio "servizio consegne".

Ah, i familiari! Il sarcasmo è d'obbligo di fronte all'evidenza

Eppure, quante volte ci siamo sentiti ripetere la solita litania? 
Che i telefonini, la droga, e ogni genere di materiale proibito entrano nelle carceri esclusivamente tramite i colloqui con i familiari? Davvero? 
Bisogna crederci per forza? Questo agente, allora, cos'era? 
Magari l'ennesimo "drone" con la divisa della Polizia Penitenziaria, abilmente pilotato per far passare la merce proibita sotto il naso di tutti?

Francamente, questo episodio – l'ultimo di una serie preoccupante – rende tragicamente ridicole certe giustificazioni ufficiali. 
Forse è ora di ammettere, con severità e senza sconti, che il problema della sicurezza e del marciume della corruzione è ben più profondo e, spesso, interno alle stesse mura che dovrebbero essere invalicabili.

BASTA GIUSTIFICAZIONI DI COMODO

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