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La storia di Luca: Viaggio di Ribellione, Introspezione e Riscatto in Sicilia


La mia storia

Mi chiamo Luca, sono Siciliano e desidero condividere una parte intima del mio percorso esistenziale. 

Cresciuto in una grande città della Sicilia, sono figlio di una ex insegnante in pensione e di un padre che ha lavorato come impiegato statale; non ho fratelli né sorelle. 
Fin dai primi anni ho constatato che la mia vita si delineava ben al di fuori degli schemi convenzionali: da bambino introverso, ero costantemente affascinato da tutto ciò che si discostava dall'ordinario.

Nonostante tali peculiarità, ho vissuto un'adolescenza serena, arricchita da vere amicizie e dai primi, indimenticabili amori. 
Le mie difficoltà si sono sempre manifestate nel tentativo di conformarmi, di seguire gli altri – una scelta che, pur portando benefici in alcuni momenti, ha altresì generato complicazioni. 

Terminati gli studi, ritenendo che l'Università rappresentasse per me una perdita di tempo, mi sono trovato ad affrontare il servizio militare (all'epoca obbligatorio). 
In quell'ambiente ho compreso con forza che uno dei miei maggiori limiti consisteva nel conformarmi ciecamente alle regole, nell'obbedire senza mai porre domande o commentare.

Terminato il periodo militare, ho intrapreso viaggi che mi hanno condotto anche oltre confini remoti, spinto da una sorta di ricerca di me stesso e dal sincero amore per culture e lingue differenti. 
Al rientro in Italia sono giunte le prime difficoltà: ormai non ero più un ragazzino, eppure, come al solito, trovavo un modo per eludere il sistema e procurarmi denaro, esperienza che mi fece assaggiare le amarezze delle "patrie galere".

Dopo quella intensa esperienza, non ho mai rinunciato a mettere in discussione il sistema, cercando in ogni occasione di aggirarlo per trarne un vantaggio economico – operazione che a volte andava a buon fine, altre volte meno. 

L'ultima vicenda, per la quale sto ancora pagando le sue conseguenze, è stata la più cruenta: una storia in cui non avrei mai dovuto essere coinvolto, un episodio che, pur non appartenendomi, devo accettare come parte integrante del mio percorso criminale.

L'introspezione

Ho compiuto un lungo e arduo lavoro introspettivo, analizzando, frammento dopo frammento, ogni possibile "glitch" che mi ha sempre ostacolato; ancora oggi non sono del tutto sicuro di aver compreso appieno le cause dei miei problemi, ma cerco di andare avanti, a testa alta. 

Coloro che mi conoscono veramente – e sono in pochi – sanno chi sono e continuano a meravigliarsi delle doti straordinarie che, secondo loro, mi contraddistinguono.

Adesso, pur conservando in parte quella mentalità giovanile, ho acquisito consapevolezza: ho conosciuto la sofferenza, la povertà, i sacrifici e il dolore, ma non mi sono mai fermato a piangermi addosso. 

Ho deciso, insieme ad Alex, di trasformare tutte queste esperienze in qualcosa di utile, impiegando finalmente "le mie doti" per offrire qualcosa al prossimo. 

Conosco profondamente le sofferenze dei miei fratelli detenuti e delle loro famiglie, e credo fermamente che, per quanto un individuo possa commettere errori, sia sempre necessario dimostrare che l'essere umano sa perdonare e accogliere. 
Lasciamo a chi è arido di sentimenti il rancore, la vendetta e le punizioni.

Uniamoci, dunque, in questo mondo tanto complicato, per garantire almeno un futuro migliore ai nostri figli.

Un abbraccio sincero a tutti voi.

Luca di www.liberazioneanticipata.it