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Pagliarelli: Nuovi dettagli sull'Inchiesta per droga e cellulari, coinvolti agenti Penitenziari e il rapper Niko Pandetta

Un'indagine della Procura di Palermo ha svelato un presunto sistema di corruzione all'interno del carcere Pagliarelli, con agenti della polizia penitenziaria accusati di favorire l'ingresso di droga e cellulari. Tra gli indagati figura anche il noto rapper Niko Pandetta. Questo articolo offre un approfondimento sui recenti sviluppi, integrando le informazioni già trattate nel nostro precedente pezzo sull'assedio al Pagliarelli.
23 maggio 2025 di
Pagliarelli: Nuovi dettagli sull'Inchiesta per droga e cellulari, coinvolti agenti Penitenziari e il rapper Niko Pandetta
L R
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Una complessa operazione condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura di Palermo ha portato alla luce un presunto giro illecito di droga e telefoni cellulari all'interno del carcere Pagliarelli. 
L'inchiesta ha rivelato il presunto coinvolgimento di agenti della polizia penitenziaria, che avrebbero tradito la propria uniforme in cambio di denaro, e vede tra gli indagati anche il cantante catanese Niko Pandetta
Queste nuove informazioni si aggiungono a quanto già riportato nel nostro precedente articolo: "Pagliarelli sotto assedio: agenti della penitenziaria tradiscono l’uniforme ancora una volta per droga e cellulari", fornendo ulteriori dettagli su specifiche figure coinvolte.

Il ruolo degli agenti Penitenziari corrotti

Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il Pagliarelli avrebbero giocato un ruolo chiave nel facilitare l'introduzione di sostanze stupefacenti e dispositivi mobili all'interno dell'istituto. 
In cambio di somme di denaro, questi agenti avrebbero "chiuso un occhio", permettendo la creazione di un vero e proprio business illecito tra le mura carcerarie.

Tra le persone coinvolte, due guardie penitenziarie, Andrea Giuseppe Corrao e Francesco Paolo Cardinale, sono state sottoposte agli arresti domiciliari. 
Secondo gli inquirenti, il loro comportamento non solo avrebbe alimentato il traffico illegale, ma avrebbe anche creato una situazione di pericolo per i colleghi che operano con onestà e per la sicurezza generale dell'istituto. La droga introdotta, secondo l'indagine, veniva poi venduta a prezzi significativamente maggiorati, con ricavi che potevano arrivare a decuplicare.

Niko Pandetta e la richiesta di telefoni

Nell'ambito della stessa inchiesta, è emerso il nome del cantante neomelodico e rapper catanese Niko Pandetta,  attualmente detenuto in Calabria. 
Dalle intercettazioni, risulterebbe che Pandetta fosse interessato a procurarsi dei telefoni cellulari, mostrando la disponibilità a pagare cifre considerevoli. 
In una conversazione captata dagli investigatori, una delle guardie indagate afferma: "Mi ha detto ho dieci… otto… sette telefoni mille euro mi dà il Pandetta".

La figura di Niko Pandetta era già stata al centro dell'attenzione per vicende legate all'uso di cellulari in carcere. Recentemente, durante un concerto a Catania, il trapper Baby Gang aveva mostrato un video di Pandetta, episodio che aveva suscitato scalpore e portato a una perquisizione nella cella del cantante nel carcere di Rossano. 
In quell'occasione, gli agenti della polizia penitenziaria avevano rinvenuto un telefonino nella cella dove Pandetta sta scontando una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti, rissa ed evasione.

I sequestri e l'impatto dell'operazione

L'operazione ha portato al sequestro complessivo di un ingente quantitativo di materiale illecito, tra cui 56 micro cellulari, 25 smartphone, 20 sim card e oltre un chilo di sostanze stupefacenti (cocaina, crack, hashish e marijuana). 
Questi ritrovamenti testimoniano la portata del traffico che, secondo l'accusa, sarebbe stato agevolato dalla corruzione di alcuni agenti
L'inchiesta prosegue per definire compiutamente tutte le responsabilità e le ramificazioni del sistema scoperto.

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