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Modena, Rose per i Detenuti Defunti: La Memoria non Deve Svanire

Cinque anni dopo la tragedia di Sant’Anna, un tributo per ricordare chi ha perso la vita in carcere e per chiedere verità e giustizia
11 marzo 2025 di
Modena, Rose per i Detenuti Defunti: La Memoria non Deve Svanire
Ramy

 

Un Tributo per Non Dimenticare

Cinque anni fa, il carcere di Sant’Anna a Modena fu teatro di una delle pagine più dolorose della storia penitenziaria italiana. 
Nove detenuti persero la vita l’8 marzo 2020, durante una rivolta che si propagò anche in altre strutture carcerarie del Paese. 
Oggi, il Comitato per la Verità e la Giustizia per le Vittime di Sant’Anna si è riunito davanti ai cancelli della prigione per rendere omaggio a quelle vite spezzate, affinché non vengano dimenticate.

Nove rose sono state posate sul cancello, mentre i nomi delle vittime venivano letti ad alta voce. 
Un gesto potente e simbolico, per ribadire che chi muore in carcere non deve essere cancellato dalla memoria collettiva.

L'Indagine e le Sue Conclusioni

L’inchiesta condotta dalla Procura ha portato alla registrazione di 121 agenti penitenziari con l’accusa di tortura e aggressione aggravata
Tuttavia, l’indagine si è chiusa con una conclusione controversa: la morte dei detenuti è stata attribuita a un’overdose di metadone, avvenuta dopo che questi avevano preso d’assalto l’infermeria.

Il Comitato per la Verità e la Giustizia, che ha sostenuto le famiglie delle vittime (in gran parte straniere), continua a chiedere trasparenza e responsabilità, rifiutando il silenzio imposto su questa tragedia.

La Voce di Chi Chiede Giustizia

Elena Valentini, portavoce del Comitato, ha sottolineato un aspetto inquietante della vicenda:

"La cosa scioccante è che quando chiediamo alla gente cosa è successo cinque anni fa a Sant’Anna, nessuno sembra saperlo! 
Nove persone hanno perso la vita mentre erano sotto la custodia dello Stato. Eppure, la verità è ancora lontana e su questa tragedia è calato il silenzio."

Le parole di Valentini riflettono una realtà dolorosa: il carcere, troppo spesso, è un luogo dimenticato, e con esso lo sono coloro che vi perdono la vita. 
Ma ogni persona, indipendentemente dagli errori commessi, ha diritto alla dignità e alla giustizia.

Un Appello alla Memoria e alla Responsabilità

La cerimonia di ieri non è stata solo un tributo, ma anche un monito
La memoria dei detenuti scomparsi non può essere sepolta nel silenzio, e il diritto alla verità non può essere negato.

Questa tragedia non deve diventare un capitolo dimenticato, ma un punto di partenza per una riflessione più ampia sulla condizione delle carceri italiane e sulla tutela dei diritti umani al loro interno.

La giustizia non può fermarsi a una semplice chiusura delle indagini: è necessario continuare a chiedere chiarezza, rispetto e responsabilità.

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