Le voci su possibili provvedimenti di clemenza come indulto e amnistia, alimentate anche dalla recente scomparsa del Santo Padre e da interventi politici come quello di Pier Ferdinando Casini, continuano a circolare.
Si è parlato insistentemente di un cosiddetto "indultino", una misura che concederebbe la libertà ai detenuti con un residuo pena inferiore a un anno.
Queste discussioni, come sottolineato da noi di liberazioneanticipata.it, generano speranze tra i detenuti e le loro famiglie.
Tuttavia, riteniamo vergognoso che a diffondere queste illusioni siano talvolta "addetti ai lavori", associazioni o figure in cerca di visibilità sui social, speculando su un tema così delicato.
È fondamentale, quindi, fare chiarezza basandosi sulle dichiarazioni ufficiali.
In una recente intervista rilasciata al Direttore dell'AdnKronos il 2 maggio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito in modo inequivocabile la posizione del suo Governo sulla questione carceraria.
La posizione ufficiale del Governo: Le parole chiare di Giorgia Meloni
Interrogata sul tema del sovraffollamento, la Premier Meloni ha confermato la linea dell'esecutivo, escludendo categoricamente scorciatoie basate su clemenza generalizzata.
Le sue parole sono state nette: «Non ho mai creduto che la strada per ridurre il sovraffollamento siano indulti e svuotacarceri».
Secondo la Presidente del Consiglio, la soluzione risiede in un approccio strutturale differente: «Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili».
Di conseguenza, la strategia governativa si concentra esclusivamente su quella che Meloni definisce «edilizia carceraria».
L'obiettivo dichiarato è ambizioso: «arrivare alla fine della legislatura con una capienza nelle carceri aumentata di almeno settemila unità», con l'intenzione di raggiungere i «10mila posti» se le risorse lo permetteranno, per coprire il fabbisogno medio stimato negli ultimi anni.
Si tratta, quindi, di un piano a lungo termine basato sulla costruzione o l'ampliamento delle strutture detentive.
Il riferimento a Papa Francesco: Umanità sì, sconti di pena no
Nell'intervista, Meloni ha citato una frase di Papa Francesco ("perché loro e non io?"), affermando che «non dobbiamo mai perdere la nostra umanità nei confronti di chi ha sbagliato e sta scontando una pena».
Sebbene questo riferimento possa sembrare un segnale di apertura, va interpretato nel contesto delle sue dichiarazioni complessive.
La Premier ha utilizzato le parole del Pontefice per sottolineare l'importanza dell'umanità nel trattamento dei detenuti e per riconoscere le «condizioni carcerarie» preoccupanti (ereditate, a suo dire), ma non per aprire a provvedimenti di clemenza o a una revisione della politica penale.
L'umanità citata si inserisce nel quadro di un sistema che il Governo intende rafforzare aumentando i posti, non svuotando le carceri.
"Indultino" e altre voci: Una chiusura netta da parte del Governo
Le dichiarazioni di Meloni rappresentano una risposta diretta e negativa alle ipotesi circolate negli ultimi tempi, incluso il cosiddetto "indultino" proposto da Nessuno Tocchi Caino e appoggiato da alcuni esponenti della maggioranza (come Giorgio Mulè, Maurizio Lupi e altri di Forza Italia).
Nonostante gli appelli di figure come Casini e il dibattito interno alla stessa maggioranza, la linea della Presidente del Consiglio rimane ferma: la soluzione al sovraffollamento non passerà per provvedimenti straordinari di liberazione anticipata.
La porta a queste ipotesi appare, al momento, decisamente chiusa.
La critica di liberazioneanticipata.it: False speranze e la coerenza Governativa
Come liberazioneanticipata.it, pur non condividendo affatto la visione del Governo incentrata unicamente sull'edilizia penitenziaria (che non risolve i problemi immediati e strutturali del sistema carcerario), dobbiamo prendere atto della coerenza delle dichiarazioni della Presidente Meloni.
Il messaggio è chiaro: non ci sarà nessun indulto, amnistia, "indultino" o altra misura simile.
Continuare ad alimentare queste voci crea solo illusioni dolorose per chi vive la realtà del carcere e per le loro famiglie.
Riteniamo questo comportamento, da parte di chi diffonde false
speranze, profondamente vergognoso, persino più della politica Governativa che, pur criticabile, è almeno esplicita nelle sue intenzioni.
L'agenda attuale prevede solo un potenziale aumento dei posti detentivi, che realisticamente richiederà anni, e non misure che alleggeriscano nell'immediato la pressione sul sistema.
Non mentite, non speculate sul dolore dei detenuti e delle loro famiglie !