Un "fulmine" ha attraversato le celle Italiane, un passaparola rapido come solo tra le mura di un carcere può propagarsi: il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha manifestato un'apertura significativa verso la proposta dell'onorevole Roberto Giachetti (Italia Viva) per una "liberazione anticipata speciale".
Questa notizia ha avuto un impatto tale da spingere Rita Bernardini, Presidente di "Nessuno Tocchi Caino", a interrompere il suo sciopero della fame, intrapreso per sensibilizzare sull'urgenza di un indulto.
L'orizzonte, dunque, sembra schiudersi verso un possibile provvedimento di clemenza, mirato a ridurre drasticamente il sovraffollamento carcerario, una piaga da tempo denunciata.
Il contesto: Sovraffollamento e le visite che hanno fatto rumore
Per comprendere appieno la portata di questa speranza, è necessario fare un passo indietro.
La situazione nelle carceri Italiane, come quella di Rebibbia, è critica ( vi invitiamo a consultare anche il nostro strumento, aggiornato automaticamente in tempo reale, sulla condizione delle carceri Italiane, che troverete cliccando QUI ).
Le visite di figure Istituzionali di alto profilo hanno recentemente riacceso i riflettori su questa emergenza.
Nei giorni scorsi, il parlamentare Pierferdinando Casini ha visitato il carcere, osservando da vicino le condizioni di vita dei detenuti.
Ma è stata la visita del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, a generare maggiore stupore e aspettative.
Entrando in una cella sovraffollata, con sei brande a castello dove dovrebbero essercene quattro, La Russa avrebbe colto immediatamente la gravità del problema, un'osservazione che la dice lunga sulla realtà del sovraffollamento carcerario.
Sebbene non abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali in quel contesto, la sua presenza e la sua successiva apertura politica hanno avuto un peso notevole.
Queste visite, insieme a quella precedente di Maurizio Gasparri, hanno rappresentato momenti importanti, poiché hanno permesso a figure politiche di spicco di confrontarsi direttamente con la dura realtà detentiva.
Dalla proposta Casini all'Iniziativa Giachetti
In seguito alla sua visita e dopo la scomparsa di Papa Francesco, Pierferdinando Casini aveva lanciato l'idea di un mini-indulto di un anno.
Una proposta che, pur smuovendo le acque, si è scontrata con le resistenze della maggioranza di governo e con la complessità procedurale che richiede una maggioranza qualificata dei due terzi del Parlamento per indulti o amnistie.
È in questo scenario che si inserisce l'azione di Rita Bernardini, che con il suo sciopero della fame ha voluto portare all'estremo la richiesta di un intervento umanitario.
Successivamente, i media hanno dato ampio risalto all'apertura di Ignazio La Russa nei confronti della proposta di legge presentata dall'onorevole Roberto Giachetti.
In cosa consiste la proposta di liberazione anticipata speciale?
La proposta Giachetti si basa su una modifica dell'attuale ordinamento penitenziario. Attualmente, i detenuti che mantengono una buona condotta hanno diritto a uno sconto di pena di 45 giorni ogni sei mesi di detenzione ( potete usufruire del nostro strumento online, per il calcolo, vi basterà cliccare QUI )
La proposta di legge, che necessita solo di una maggioranza semplice per essere approvata, prevede di aumentare questo sconto da 45 a 75 giorni per il periodo che va dal 2016 fino ad oggi.
Per il futuro, l'aumento sarebbe più contenuto, portando lo sconto a 60 giorni, allineandosi a quanto previsto, ad esempio, in Germania.
Il risultato pratico sarebbe un significativo e immediato sconto di pena per molti detenuti, ma, a differenza dell'indulto, non in modo automatico per tutti, bensì solo per coloro che hanno dimostrato una buona condotta.
Un barlume di speranza tra cautela e prospettive future
La proposta Giachetti gode già del consenso di gran parte dell'opposizione di centrosinistra (con l'eccezione del Movimento 5 Stelle).
Se si raggiungesse un accordo con Ignazio La Russa, l'autorevolezza del Presidente del Senato potrebbe convincere anche settori della maggioranza di centrodestra.
"La speranza divampa", per citare una celebre frase, nelle celle di tutta Italia.
Da ambienti spesso fatiscenti, caratterizzati da letti accatastati e dalla carenza cronica di educatori, psicologi e Magistrati di Sorveglianza, emerge la possibilità di un ritorno a una qualche forma di normalità.
Una normalità che permetterebbe di ricostruire percorsi veri di rieducazione e reinserimento sociale per i detenuti.
Una normalità che eviterebbe all'Italia le periodiche condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per le inumane condizioni delle sue carceri.
In attesa di ulteriori sviluppi, la speranza è che questa volta sia la politica Italiana, forse anche grazie al ruolo decisivo e all'apertura del Presidente La Russa, a compiere un passo concreto verso una soluzione attesa da troppo tempo.
La cautela, tuttavia, resta d'obbligo, data la complessità del panorama politico e le sfide ancora da superare.