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LA DISUMANITÀ DELLE NOSTRE CARCERI: UNA VERGOGNA ISTITUZIONALE

L'ipocrisia dello Stato: la pena trasformata in tortura
1 marzo 2025 di
LA DISUMANITÀ DELLE NOSTRE CARCERI: UNA VERGOGNA ISTITUZIONALE
Ramy

 

UNA GIUSTIZIA CHE OPPRIME, NON CHE RIABILITA

L'Italia si vanta di essere un Paese civile, ma il suo sistema penitenziario è la prova evidente della sua ipocrisia. 
La riabilitazione, principio cardine della pena, è stata cancellata, sostituita da una visione distorta e punitiva che trasforma la detenzione in una condanna senza fine, crudele e sproporzionata.

Le prigioni non sono luoghi di recupero, ma discariche sociali in cui lo Stato abbandona gli individui senza alcuna intenzione di reinserirli nella società. 
Questa è la realtà che nessuno ha il coraggio di denunciare apertamente, un silenzio complice che permette la persistenza della tortura istituzionale.

L'OSTENTAZIONE DELLA DISUMANITÀ

Le parole del giurista Luigi Ferrajoli risuonano come un atto d’accusa nei confronti delle istituzioni: "ostentazione della disumanità". 
E non potrebbe esserci definizione più calzante per descrivere l’attuale gestione delle carceri Italiane.

Lo Stato non solo ignora le condizioni di degrado assoluto in cui versano i detenuti, ma le perpetua consapevolmente attraverso leggi repressive e scelte politiche mirate a esibire forza, anziché a garantire giustizia.

Il concetto di pena è stato pervertito: da strumento di reintegrazione è diventato un’arma di annientamento sociale.

LA PERSECUZIONE DEI CONDANNATI: L’IPERTROFIA DELLA PENA

La distorsione della giustizia si manifesta con particolare ferocia nei reati ostativi. 
Questi meccanismi, che impediscono l’accesso ai benefici penitenziari, non hanno alcuna base riabilitativa, ma solo lo scopo di distruggere ogni prospettiva di reinserimento.

Lo Stato, incapace di affrontare le proprie inefficienze, si rifugia in una logica vendicativa, preferendo relegare i condannati in condizioni di disperazione assoluta invece di offrire loro un reale percorso di recupero.

L'ILLEGALITÀ DEL SISTEMA CARCERARIO

Chiunque abbia vissuto o studiato il carcere sa che è un ambiente in cui le regole, anziché servire la giustizia, diventano strumenti di arbitrio. 
Le istituzioni impongono norme ferree e restrittive ai detenuti, mentre al loro interno regnano corruzione, abusi e illegalità.

Se queste strutture fossero scuole, ospedali o case di cura, sarebbero già state chiuse d’ufficio. Ma poiché a subire queste condizioni sono persone private della libertà, la società e la politica restano indifferenti.

IL FALLIMENTO DI UNO STATO SENZA GIUSTIZIA

Le carceri italiane sono lo specchio di uno Stato che ha fallito nel suo dovere costituzionale. 
Ogni giorno, migliaia di persone vengono abbandonate a un sistema che le schiaccia, senza alcuna possibilità di riscatto.

La giustizia dovrebbe garantire equità e dignità, non farsi strumento di repressione e annientamento. 
Chi resta in silenzio davanti a questa barbarie ne è complice.

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