Countdown Manifestazione
Mancano
00gg 00h 00min
alla Manifestazione!
Passa al contenuto

Foggia: L'Inferno carcerario ignorato, il governo é complice!

La vergogna del carcere di Foggia: sovraffollamento disumano, condizioni intollerabili.
26 marzo 2025 di
Foggia: L'Inferno carcerario ignorato, il governo é complice!
L R
0 27

Il carcere di Foggia non è una struttura detentiva, è una vergogna nazionale, un buco nero dei diritti umani tollerato, anzi, colpevolmente ignorato dalle istituzioni e da un Governo impassibile, sordo al grido di dolore che proviene da quelle mura fatiscenti. 
La recente visita di Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, insieme all'associazione radicale Maria Teresa Di Lascia, non ha fatto che confermare l'orrore: una realtà infernaleintollerabile, che accusa direttamente chi dovrebbe garantire la legalità e la dignità umana.

Oltre 650 esseri umani sono ammassati come bestie in una struttura progettata per ospitarne meno della metà (280)
È il secondo carcere più sovraffollato d'Italia, un primato macabro che dovrebbe far tremare le fondamenta dei palazzi del potere. 
Ma nulla. Silenzio. Indifferenza.

Questa non è detenzione, è tortura legalizzata
In questo girone dantesco, come sottolineato da D'Elia, non soffrono solo i detenuti, privati di ogni spazio vitale, di igiene, di prospettiva, ma anche gli operatori Penitenziari e gli Educatori. 
Sette educatori per 650 anime perdute, 238 agenti di polizia penitenziaria allo stremo delle forze, costretti a gestire l'ingestibile. 
Numeri basati su una capienza fittizia, una menzogna burocratica che nasconde una catastrofe umanitaria
La solidarietà espressa al personale è un atto dovuto, ma evidenzia ancor di più l'abbandono criminale da parte dello Stato, che costringe i suoi stessi servitori a tentare disperatamente di arginare i danni di un disastro annunciato e mantenuto, culminato tragicamente anche in un recente suicidio
Un'altra vita spezzata sull'altare dell'incuria Istituzionale.

Il Governo è complice di questa barbarie
L'inerzia, il silenzio assordante, il rifiuto di affrontare la realtà sono atti d'accusa pesantissimi
Non ci sono più alibi, non ci sono più scuse. 
Come tuona D’Elia, "bisogna avere il coraggio di ridurre drasticamente il numero dei detenuti". 
Basta temporeggiare, basta parole vuote. 
La soluzione è una sola, è drastica, è urgente ed è l'unica via d'uscita dignitosa da questa spirale di illegalità statale: AMNISTIA E INDULTO SUBITO!

Chiunque osi definire questi provvedimenti una "resa dello Stato" è un ipocrita o un cinico irresponsabile
La vera resa dello Stato è questa! 
È il tradimento quotidiano della Costituzione, è il trattamento disumano e degradante inflitto a centinaia di persone, è l'incapacità cronica di garantire condizioni di detenzione che rispettino la dignità umana. 
Questa è la sconfitta della civiltà, perpetrata ogni giorno con la colpevole acquiescenza del Governo.

Mentre a livello locale si invoca la figura, pur necessaria, di un Garante cittadino, è chiaro che il problema è sistemico, nazionale, e richiede una risposta immediata dai vertici. 
Ogni giorno di ritardo nell'adottare misure strutturali e provvedimenti di clemenza come Amnistia e Indulto è un altro giorno di violenza istituzionale, un altro mattone nel muro della vergogna che circonda non solo il carcere di Foggia, ma l'intero sistema penitenziario Italiano, sotto gli occhi indifferenti di chi ci governa. 
È ora di agire. Ora!

Commenti