Amici, tenetevi forte perché la realtà supera di gran lunga la fantasia più becera. L'Italia, patria del Diritto (a detta di qualcuno, evidentemente con un forte senso dell'umorismo), si becca un sonoro ceffone in piena faccia nientemeno che dall'Olanda.
Motivo? Le nostre "lussuose" prigioni.
Talmente lussuose e accoglienti che gli Olandesi preferiscono tenersi un cittadino, un certo Washi Laroo di 26 anni – accusato mica di aver rubato le caramelle, ma di omicidio volontario, incendio e tentata estorsione – piuttosto che spedirlo nei nostri buchi fatiscenti.
Capito bene? Nemmeno un presunto assassino vogliono mandarci!
L'Olanda ci fa la "ramanzina umanitaria": Le vostre carceri? No grazie!
Mentre il PM milanese Luigi Luzi, sotto la guida del procuratore Marcello Viola, si sbracciava per avere Laroo temporaneamente in Italia per "procedimenti di indagine irripetibili" (roba seria, eh!), da Amsterdam è arrivata una risposta che sa di pernacchia: "Scusate, ma le vostre prigioni fanno semplicemente schifo".
Non proprio con queste parole, ma il succo è quello.
I giudici Olandesi, poveretti, sono "preoccupati" – un eufemismo per "inorriditi" – per il sovraffollamento cronico, l'impressionante tasso di suicidi e le strutture da Medioevo che caratterizzano il Bel Paese dietro le sbarre.
Ci chiedono, udite udite, "rassicurazioni" e "garanzie" che il buon Laroo venga trattato con "dignità umana". Garanzie che, evidentemente, il nostro Ministero della Giustizia, capitanato da un Carlo Nordio sempre più in affanno, non riesce a fornire.
E pensare che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ci aveva già sonoramente bastonati nel lontano 2013 con la sentenza Torregiani, condannandoci per trattamenti inumani e degradanti.
Lezione imparata? Ma quando mai!
La situazione, a detta degli Olandesi e a giudicare dai fatti, è rimasta la stessa, se non peggiorata.
Numeri da circo Barnum: Benvenuti nel carcere Italia SpA (Società per Azioni... di Vergogna)
Parliamo di cifre, perché i numeri non mentono, a differenza di certe promesse politiche.
Nel 2013, avevamo la bellezza di 62.536 anime stipate in posti che ne potevano contenere 47.709.
Oggi, secondo i dati freschi freschi che raccogliamo e pubblichiamo automaticamente, contiamo 62.433 detenuti per una capienza teorica di 51.280, che si riduce a 46.775 posti effettivi. Tradotto: un indice di affollamento superiore al 133%, per l'esattezza del 133.4751%
E non è finita:
- A Milano San Vittore, l'indice di sovraffollamento tocca la vetta comica del 231,49%. Praticamente una scatola di sardine umana.
- Ben 151 istituti superano il limite consentito, e in 60 di questi si sfora il 150%. Applausi.
- I detenuti, poveri cristi, spesso hanno meno di 3 metri quadrati di spazio personale, quando la Corte Europea ne chiede almeno 4.
Praticamente vivono in un loculo. - E i suicidi? Nel 2025 (sì, ancora proiezioni da incubo) si registra un suicidio ogni tre giorni ad oggi siamo a 32 anime che non ci sono più.
Una strage silenziosa di cui nessuno sembra fregarsene abbastanza.
Ah, e per non farci mancare nulla, l'Europa ci ha già ammonito (per l'ennesima volta) per questa indecenza.
Ma tranquilli, di questa ennesima umiliazione continentale ne parleremo magari in un altro, esilarante, articolo.
Il confronto impietoso: Olanda paradiso vs. Italia inferno carcerario
Mentre noi ci vantiamo di queste performance da guinness dei primati (al contrario), in Olanda che succede?
Succede che le carceri CHIUDONO per mancanza di "clienti", grazie a un basso livello di criminalità e a un sistema che punta sulla riabilitazione invece che sulla punizione fine a se stessa.
Le loro celle? Roba da non credere per un Italiano abituato alle nostre topaie: bagno privato, televisione, scrivania, frigorifero.
Per le lunghe detenzioni, si offrono attività come cura dell'orto e allevamento di animali.
Praticamente un agriturismo forzato, ma con dignità.
Noi, invece, siamo ancora qui a discutere se l'articolo 27 della Costituzione, quello sul fine rieducativo della pena, sia una barzelletta o meno.
E ora, Ministro Nordio, che si inventa?
Così, mentre Washi Laroo (che in Olanda è comunque accusato di un curriculum criminale di tutto rispetto, tra rapine e traffico di droga) se la ride sotto i baffi per aver schivato le patrie galere Italiane, la palla, o meglio, la patata bollente, passa al nostro Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Sarà lui a dover "trattare" con gli Olandesi, a convincerli che sì, forse, da qualche parte, uno spazietto dignitoso per il loro cittadino lo troviamo.
Magari in un ufficio Ministeriale, vista l'aria che tira nelle carceri.
La richiesta Olandese è chiara: l'estradizione di Laroo avverrà solo se l'Italia garantirà il rispetto degli standard minimi, inclusi i famosi 4 metri quadrati per detenuto.
Una richiesta che suona come una presa per i fondelli, vista la situazione attuale.
Chissà cosa si inventerà il buon Nordio.
Magari un corso di origami per far sembrare le celle più grandi?
O forse è più facile sperare che Laroo sconti la sua eventuale pena direttamente in Olanda "per motivi di reintegrazione sociale", come suggerisce candidamente il giudice di Amsterdam.
Almeno lì, forse, imparerebbe a coltivare tulipani invece di collezionare accuse.
Resta il fatto che, ancora una volta, l'Italia fa una figura barbina a livello internazionale. E non per colpa di Washi Laroo, ma per la nostra cronica, ridicola, incapacità di garantire condizioni di detenzione degne di un paese che si definisce civile.
Ma tant'è, continuiamo a farci ridere dietro.