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Emergenza carceri Italiane: Oltre 62.000 vite tra sovraffollamento e negazione della dignità

Un'analisi cruda della realtà penitenziaria in Italia, dove il sovraffollamento raggiunge picchi drammatici e le condizioni di vita ledono la dignità umana. Le riflessioni del Prof. Antonio De Feo mettono a nudo un sistema che spesso trasforma la pena in vendetta, dimenticando il diritto alla rieducazione e a una seconda possibilità.
24 maggio 2025 di
Emergenza carceri Italiane: Oltre 62.000 vite tra sovraffollamento e negazione della dignità
Prof. Antonio De Feo
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La drammatica realtà del sovraffollamento carcerario

Sono 62635 i detenuti nelle carceri italiane in questo momento, a fronte di una capienza di poco più di 51000 posti. Questo fa si che il tasso medio di sovraffollamento è del 134%.

Su tutto il territorio nazionale la situazione della detenzione è drammatica, infatti non esiste un solo istituto penitenziario capace di garantire condizioni di vita dignitose, ma alcuni più degli altri, sono dei veri lager. È il caso, ad esempio, del carcere di Lucca, dove l’indice del sovraffollamento è del 226% ( potete sempre verificare i numeri in tempo reale cliccando qui )

Dietro i numeri: Persone e dignità negata

Dietro queste cifre ci sono persone, oltre 62000 dicevamo, che meriterebbero dignità in quanto individui, al di là del reato commesso o presumibilmente commesso, perché in Italia spesso in carcere c’è anche chi è in attesa di giudizio e passa magari anni, prima che una sentenza definitiva venga scritta.

E non è detto che questa sentenza sia di condanna, perché oltre 700 detenuti all’anno vengono ingiustamente arrestati e poi scarcerati, vomitati fuori senza che nessuno si assuma la responsabilità morale degli effetti disastrosi che la detenzione ha provocato sulla psiche della persona.

Quando la detenzione diventa malattia e perdita

E anche i “colpevoli”, diventano vittime di un sistema malato, dove stare in carcere significa ammalarsi, non potersi curare adeguatamente, significa condividere piccoli spazi nella promiscuità, non avere il diritto all’intimità e al pudore, significa perdere legami e lavoro, perdere contatti e possibilità.

Una comunità di persone avvolte dal silenzio, dal disinteresse della politica e della comunità, destinata ad essere repressa, umiliata, vendicata. Una comunità di individui considerati “sbagliati”, “pericolosi”, “inutili”, “colpevoli a prescindere” e sicuramente “non degni di essere considerati umani”.

Tra speranza e disperazione: Il diritto a una seconda possibilità

Una comunità di persone che vivono tra speranza e disperazione, che alimentano e sono alimentati da attese e promesse, che credono in una seconda possibilità, che hanno famiglie, affetti, legami.

Persone, che meriterebbero di scontare una pena e non una vendetta, che dovrebbero essere rieducati e reinseriti e non rinchiusi, che avrebbero il diritto di rimanere individui e non corpi su cui infierire.

62635 storie che hanno commesso dei reati, ma che non sono un reato, perché chi sbaglia può anche pagare e ricominciare, se solo ne avesse l’opportunità.

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