Il carcere di Ferrara rappresenta uno dei simboli più evidenti della crisi del sistema carcerario emiliano-romagnolo.
L’indagine condotta dall'associazione Antigone mette in luce un quadro allarmante di sovraffollamento, mancanza di servizi essenziali e gravi condizioni di vita per i detenuti.
Sovraffollamento insostenibile
Nel 2024, il numero dei detenuti nella regione è cresciuto del 7%, raggiungendo un tasso di occupazione del 128%, ben al di sopra della media nazionale del 120,5%. L'Arginone, con una capienza regolamentare di 244 posti, ospita invece 396 detenuti, registrando un tasso di affollamento del 162%.
La situazione è addirittura più grave in altre strutture, come Bologna, che raggiunge un incredibile 171%.
Condizioni disumane
Le condizioni strutturali dell'Arginone sono state definite "fatiscenti".
La disponibilità di sole due docce per oltre 50 detenuti e la mancanza di acqua calda in diverse celle sono sintomi di un sistema inadeguato.
Inoltre, l'edificio presenta infiltrazioni, aumentando il disagio per chi vi è recluso.
Tragico bilancio dei suicidi
Un altro dato che fa riflettere è quello relativo ai suicidi.
Solo nel 2024, si sono verificati nove suicidi nelle carceri della regione, segno di un evidente fallimento delle politiche di supporto psicologico e umane.
Le carceri non sono solo spazi di detenzione, ma dovrebbero essere anche luoghi di recupero.
Tuttavia, a Ferrara solo il 4% dei detenuti partecipa a programmi di formazione professionale, una percentuale che evidenzia la mancanza di iniziative concrete per la riabilitazione.