Roma 17 Febbraio 2025
Dopo il tragico suicidio di un detenuto, il carcere San Donato di Pescara è esploso in una rivolta furibonda, sintomo lampante di un sistema penitenziario abbandonato e disumano.
È inaccettabile che in risposta al dolore e alla disperazione dei reclusi, l’ennesima protesta sfoci in un incendio che ha costretto detenuti e agenti a correre d’urgenza al pronto soccorso per inalazione di fumo tossico.
Come se non bastasse, l’intera faccenda è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di tragedie che si consumano dietro le mura di istituti carcerari governati da una negligenza sconcertante.
Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, denuncia con rabbia che sono ormai 12 i detenuti che si sono tolti la vita quest’anno – cifra che si aggiunge alla morte di un operatore – mentre nel 2024 ben 3.500 aggressioni hanno colpito il personale penitenziario.
Questi numeri non sono mere statistiche: rappresentano l’ennesima prova di un Governo che gioca con i destini umani, offrendo soluzioni a base di placebo e progetti mal concepiti, incapaci di arginare la spirale di violenza e disperazione che imperversa quotidianamente.
È ora di dare una risposta concreta: la densità detentiva, che supera di ben 16.000 unità il numero dei posti disponibili, è una vergogna, così come il deficit di oltre 18.000 agenti nella Polizia penitenziaria.
L’assistenza sanitaria, un diritto basilare, viene sacrificata su un altare di negligenza, mentre il sistema d’esecuzione penale – e in particolare quello inframurario – resta imprigionato in una spirale di inefficienza e abbandono.
È impensabile e inaccettabile continuare su questa strada, mentre le vite umane vengono sprecate e il dramma si ripete senza sosta.
Articolo scritto e pubblicato da Ramona.
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