In un grido disperato, due detenuti si rivolgono direttamente alla politica per denunciare una realtà carceraria che ha raggiunto livelli insostenibili.
Con esperienze diverse ma unite da un comune orrore, essi espongono una situazione in netto contrasto con i principi costituzionali e l’umanità che ogni Stato dovrebbe garantire.
Denuncia dal Profondo
"Dalla cella dico alla politica: qui siamo al collasso" è il grido che esprime la disperazione di chi vive quotidianamente in un sistema che li privà di ogni dignità.
- Un detenuto impegnato politicamente: Improvvisamente catapultato in un contesto disumano, si ritrova a fare i conti con la brutalità e l’inefficienza del sistema carcerario.
- Un detenuto laureato in giurisprudenza: Dopo un lungo periodo di detenzione, ha trasformato la sua esperienza in lotta, dedicandosi a tutelare i diritti dei compagni, offrendo una voce critica e consapevole contro le ingiustizie subite.
Entrambi sono mossi da un profondo stupore e indignazione per una condizione che mette a nudo il fallimento di un sistema che ha dimenticato il valore della vita umana.
Il Silenzio della Politica e la Speranza Infranta
L'inizio dell'Anno giubilare e gli appelli di Papa Francesco per un gesto di clemenza avevano acceso una luce di speranza tra i detenuti e le loro famiglie.
Tuttavia, queste richieste sono state ignorate, cadendo nel dimenticatoio di un dibattito pubblico troppo spesso cieco davanti alla sofferenza.
La mancanza di risposta da parte della politica è la prova di un abbandono sistematico dei diritti umani, dove la voce dei detenuti viene relegata ai margini di un discorso che continua a privilegiare il controllo e la repressione.
Un Appello Incontenibile
Dalla cella, questi due testimoni della realtà carceraria lanciano un appello urgente alla politica: è giunto il momento di agire concretamente per ripristinare la dignità e il rispetto dei diritti umani.
L’inascoltata denuncia di un sistema in crisi non può più essere ignorata.
La politica deve rispondere al grido di chi, ogni giorno, subisce le conseguenze di un collasso carcerario, trasformando il silenzio in azioni concrete che ristabiliscano la giustizia e l’umanità.