Ancora una volta, le mura del carcere di Castrogno a Teramo si macchiano di sangue e sospetti.
Un uomo di 50 anni, Italiano, detenuto per reati comuni come il furto, è stato dichiarato morto.
La versione ufficiale, quella sussurrata con colpevole fretta, parla di "malore improvviso". Una formula vuota, quasi un alibi preconfezionato che puzza di superficialità e, temiamo, di copertura.
Il precedente inquietante di Rita De Rosa: Avevamo ragione noi
Non possiamo, e non dobbiamo, dimenticare.
Solo poche settimane fa, il primo maggio, sempre a Castrogno, Rita De Rosa, 41 anni, perdeva la vita.
Anche per lei si parlò subito di "malore", di una tragica fatalità.
Ma noi di liberazioneanticipata.it non ci siamo cascati.
Abbiamo alzato la voce, abbiamo denunciato i nostri dubbi, puntando il dito contro una potenziale negligenza medica, contro un sistema sanitario carcerario che fa acqua da tutte le parti.
E cosa è successo? A pochi giorni di distanza, la notizia che gela il sangue: il medico del carcere e parte dell'equipe sanitaria sono indagati per quella morte "naturale".
Una conferma agghiacciante delle nostre peggiori paure e della nostra denuncia.
Due "Malori" in un mese: Una statistica che grida vendetta
Ora, con questo secondo decesso in circostanze fin troppo simili, la domanda sorge spontanea e rabbiosa: quante altre "morti naturali" dobbiamo contare prima che qualcuno paghi per questa mattanza silenziosa?
Parlare di "accertamenti in corso" e "nessuna ipotesi esclusa" suona come una beffa, un insulto all'intelligenza e alla dignità umana.
Due decessi per "malore" nello stesso istituto, nel giro di un mese, non sono una coincidenza: sono un atto d'accusa pesantissimo contro la gestione sanitaria e la tutela della vita all'interno di Castrogno.
L'uomo, un Abruzzese, si trovava nella sezione comuni al terzo piano.
Dettagli che servono solo a distogliere l'attenzione dal vero problema: la sanità in carcere è una chimera, un diritto sistematicamente negato.
Le autopsie e le indagini di rito, spesso, si trasformano in pure formalità, utili solo a chiudere in fretta capitoli scomodi.
Un sistema carcerario al bivio: Indifferenza o Giustizia?
Questo ennesimo episodio non fa che confermare il quadro desolante del sistema carcerario Italiano, un sistema dove il sovraffollamento e la cronica carenza di personale sanitario adeguato trasformano la detenzione in una potenziale condanna a morte.
Non si tratta più di interrogativi, ma di certezze: la salute dei detenuti è l'ultima delle priorità.
Le associazioni e i garanti dei diritti umani possono continuare a lanciare allarmi, ma finché non ci sarà una presa di coscienza reale e un'azione decisa da parte delle Istituzioni, continueremo a commentare queste tragedie annunciate.
E noi di liberazioneanticipata.it continueremo a denunciare ogni singolo caso, ogni singola anomalia, ogni singolo "malore" sospetto che di naturale ha solo l'indifferenza di chi dovrebbe proteggere e curare, e invece, forse, uccide.