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15 Giorni di Carcere con prigioni al collasso? L'Incredibile e indignante burocrazia della Giustizia Italiana!

Una donna condannata a 15 giorni di reclusione per una falsa dichiarazione. Mentre il sovraffollamento carcerario in Italia tocca vette drammatiche (oltre il 130%!)
29 marzo 2025 di
15 Giorni di Carcere con prigioni al collasso? L'Incredibile e indignante burocrazia della Giustizia Italiana!
L R

L'Assurdità di una condanna minima in un sistema al limite

Sembra uno scherzo di cattivo gusto, una barzelletta tragica uscita dalla penna di un burocrate distratto, ma è la realtà amara e sconcertante della giustizia nel nostro Paese. 
Leggere le carte che ci sono state inviate relative al caso di M. F. lascia semplicemente allibiti e profondamente indignati
Parliamo di una condanna definitiva a soli 15 giorni di carcere, derivante da una sentenza per falsità ideologica legata alla richiesta (poi respinta) di gratuito patrocinio. 
QUINDICI GIORNI !

Ma il punto che fa urlare allo scandalo è il contesto: come si può, seriamente, pensare di incarcerare una persona per due settimane quando le nostre prigioni sono bombe a orologeria
Parliamo di un sovraffollamento medio nazionale del 133%, un dato già di per sé vergognoso, che in alcune strutture carcerarie schizza oltre il 250%
Condizioni disumane, spazi invivibili, personale allo stremo
E la risposta dello Stato qual è? Ostinarsi a voler aggiungere persone, anche per periodi ridicoli come 15 giorni? 
È semplicemente inconcepibile.

Burocrazia cieca vs. realtà drammatica: Il cortocircuito della Giustizia Italiana

Analizzando i documenti, emerge un quadro kafkiano
Si attivano procedure, si scomodano uffici (come l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna - UEPE - per eventuali misure alternative), si producono carte bollate... ma per cosa? 
Per quindici, miseri giorni
Anche se la legge prevede formalmente la possibilità di alternative alla detenzione, la domanda sorge spontanea e carica di sdegno: che senso pratico ha tutta questa trafila per un periodo così breve? 
Non è forse un insulto all'intelligenza, uno spreco monumentale di risorse pubbliche (tempo, denaro, personale) che potrebbero essere impiegate per affrontare l'emergenza vera?

È la dimostrazione plastica di come la burocrazia abbia perso ogni contatto con la realtà, di come la forma prevalga grottescamente sulla sostanza. 
Si applica la norma in modo cieco e ottuso, senza minimamente considerare le conseguenze pratiche, l'inutilità della pena in termini rieducativi (ammesso che 15 giorni possano avere una qualsiasi valenza) e soprattutto, il dramma del sovraffollamento che questa stessa logica contribuisce ad alimentare.

Un sistema Giudiziario che persegue se Stesso e non la Giustizia

Questo caso, purtroppo, non è un'anomalia isolata. 
È il sintomo di una malattia profonda che affligge la (in)giustizia Italiana: un sistema farraginoso, lento, spesso incomprensibile, che sembra più interessato a perseguire cavilli e a soddisfare automatismi burocratici che a dispensare vera giustizia. 
Si parla tanto di certezza della pena, ma quale certezza può esserci in un sistema che si accanisce su pene minime mentre arranca su processi per reati ben più gravi, spesso destinati alla prescrizione?

È un paradosso inaccettabile: da un lato si denunciano le condizioni invivibili delle carceri, si invoca il potenziamento delle misure alternative, dall'altro si continua imperterriti ad alimentare il mostro, anche con condanne francamente ridicole come questa. 
Una donna, considerata "libera e senza carichi pendenti" al momento della notifica (nel senso di non avere altre misure restrittive in atto prima di questa esecuzione), si ritrova catapultata in questo incubo burocratico per 15 giorni.

L'Indignazione è d'obbligo: Basta assurdità!

Di fronte a tutto questo, l'unica reazione possibile è l'indignazione più totale e l'incredulità
Non si può restare in silenzio davanti a un'applicazione così irragionevole e dannosa della legge. 
Questa non è giustizia, è accanimento burocratico travestito da legalità
È ora di dire basta a queste assurdità, è ora di pretendere una riforma seria che restituisca logica, efficienza e umanità al nostro sistema giudiziario. 
È semplicemente vergognoso che nel 2025 si debba ancora assistere a situazioni del genere.


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