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Montacuto: L'Inferno dietro le sbarre. Denuncia shock sulle condizioni disumane e il brutale sovraffollamento!

Un'incursione nel carcere di Montacuto rivela una realtà agghiacciante: 130% di sovraffollamento, celle immonde, diritti calpestati.
29 marzo 2025 di
Montacuto: L'Inferno dietro le sbarre. Denuncia shock sulle condizioni disumane e il brutale sovraffollamento!
L R

Montacuto: Benvenuti all'Inferno

Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate. 
Non è solo un monito Dantesco, ma la brutale realtà che accoglie chiunque si avvicini al carcere di Montacuto
La strada stessa, fatiscente e abbandonata, preannuncia l'orrore che si cela dietro quelle mura. 
Un orrore certificato dall'incursione di ieri dell'associazione Nessuno tocchi Caino e della Camera Penale di Ancona (presente con la presidente Francesca Petruzzo e gli Avvocati Massimiliano Belli ed Andrea Marini). 
Il loro sopralluogo non lascia spazio a interpretazioni: siamo di fronte a condizioni disumane, a una palese e vergognosa violazione della dignità umana
Montacuto si aggiunge, con prepotenza, alla nostra classifica degli orrori, un elenco che, nostro malgrado, continuiamo ad aggiornare documentando il disastro del sistema carcerario Italiano.

Sovraffollamento brutale: Numeri che gridano vergogna

I numeri sono un pugno nello stomaco: 337 detenuti ammassati in uno spazio concepito per ospitarne al massimo 256
Questo si traduce in un tasso di sovraffollamento scandaloso del 130%, ben al di sopra della già inaccettabile media nazionale del 125%
Come sottolinea senza mezzi termini Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, qui siamo in pieno "overbooking". 
Ma non stiamo parlando di un hotel, stiamo parlando di vite umane stipate come bestie. 
E questa situazione intollerabile non colpisce solo i detenuti, ma logora e sfianca anche gli operatori penitenziari, costretti a lavorare in condizioni insostenibili con una forza operativa palesemente inadeguata.

Dentro le celle dell'infamia: Sporcizia, abbandono, disumanità

Entrare in una cella a Montacuto significa toccare con mano il degrado più estremo. In spazi progettati per tre persone, ne vengono costrette a vivere cinque
Pavimenti e muri sono incrostati di sporcizia, testimoni silenziosi di una negligenza istituzionale criminale
La visita ha rivelato uno scenario da incubo:

  • Le cosiddette "stanze di pernottamento" per i nuovi giunti? 
    Delle vere e proprie "gattebuie", come le definisce D'Elia. 
    Topaie infette, buie, dove la luce naturale è un miraggio e i neon restano perennemente accesi, in una tortura luminosa costante.
  • In queste celle i detenuti dovrebbero restare al massimo 15 giorni. 
    La realtà? 
    Persone abbandonate lì per tre mesi e mezzo, in un limbo di disperazione e abbandono.
  • La mancanza dei beni più elementari è la norma: un nuovo arrivato ha ricevuto solo un lenzuolo e una coperta, niente cuscino.
  • Gli armadi non bastano per tutti, costringendo a vivere nel caos e nel disagio.
  • Una finestra era tappata con del cartone, simbolo di un'incuria che rasenta il sadismo.
  • Una perdita d'acqua dalla doccia? "Risolta" con delle bottiglie di plastica per evitare l'allagamento. 
    Una toppa indegna che urla abbandono.

Un sistema al collasso, un governo indifferente

Di fronte a questo sfacelo, cosa fa il Governo? 
Pensa a costruire nuove carceri, soluzioni a lungo termine che non affrontano l'emergenza attuale, come denuncia l'Avvocato Petruzzo
Serve un intervento immediato, perché ogni giorno passato in queste condizioni è un'ulteriore condanna.

Si evocano soluzioni come Amnistia e Indulto, parole ormai tabù, o almeno una liberazione anticipata speciale.  
Ma il Ministro Nordio bolla queste proposte come una "resa dello Stato". 
Una resa? O forse la presa d'atto di un fallimento totale, di un sistema che non rieduca, ma distrugge e umilia?

La situazione a Montacuto non è un caso isolato, è il sintomo purulento di un sistema carcerario al collasso, dimenticato, disumano. 
È una vergogna Nazionale che richiede una denuncia costante e un'azione politica radicale. 
Non possiamo più tollerare questo inferno.

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