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VERGOGNA IN DIVISA: Pestaggi e ossa rotte in questura a Verona. La sconcertante verità dietro il muro di gomma!

Mentre 16 agenti finiscono sotto inchiesta per torture e lesioni disumane, emerge un quadro desolante di abusi sistematici e di una giustizia che arranca. A Verona, l'ombra della violenza istituzionale si allunga, e la risposta è un'inquietante deriva securitaria che calpesta i diritti e insulta l'intelligenza dei cittadini.
3 giugno 2025 di
VERGOGNA IN DIVISA: Pestaggi e ossa rotte in questura a Verona. La sconcertante verità dietro il muro di gomma!
L R
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L'orrore nella "stanza acquario": Quando chi dovrebbe proteggere diventa carnefice


È un pugno nello stomaco la notizia che arriva da Verona: ben 16 poliziotti sono indagati per torture, lesioni e abusi che sarebbero avvenuti scientificamente tra le mura della Questura, tra agosto e novembre 2022. 
Un numero che fa rabbrividire, cresciuto con l'aggiunta di altri nove agenti alla già sconcertante lista
La prossima udienza preliminare è fissata per il lontano 22 settembre 2025, un'attesa che suona già come una beffa per le vittime e per chiunque creda ancora in un briciolo di giustizia. Le accuse sono pesantissime e parlano di violenze inaudite, perpetrate ai danni di cittadini inermi, fermati per "accertamenti" e ritrovatisi intrappolati in un incubo. 
Le denunce descrivono scene da film dell'orrore, con pestaggi avvenuti in diversi locali della Polizia in lungadige Galtarossa, e in particolare nella famigerata stanza cinicamente denominata "Acquario"
Le immagini, già diffuse e che hanno scosso l'opinione pubblica, mostrano agenti delle volanti trascinare un uomo a terra tra le sue stesse urine, o sferrare pugni con una brutalità che non ammette giustificazioni. 
E mentre due agenti hanno già patteggiato – ammissione implicita di colpa? – per altri otto l'inchiesta si era incredibilmente chiusa con un'archiviazione. 
Un sistema di violenza tollerato, se non incoraggiato?

Un "sistema" marcio all'Interno della Questura? Parla l'esperto


Daniele Todesco, dell'Osservatorio Migranti di Verona, non usa mezzi termini nel descrivere una situazione che va ben oltre i singoli episodi. Si parla di un "sistema" che sembrava regnare incontrastato all'interno della Questura, coinvolgendo, secondo le stime, oltre un quarto degli uomini delle volanti. "Una vicenda che andrà ancora e ci accompagnerà per molto tempo," afferma Todesco, sottolineando come questo scandalo abbia "sorpreso anche noi a Verona e poi tutta Italia, creando grande discussione." 
L'indagine, partita quasi per caso, ha scoperchiato un vaso di Pandora fatto di violenze sistematiche, definite persino torture, e maltrattamenti continui
Un vero e proprio "sistema di connivenza e di violenza", come lo definisce Todesco, che getta un'ombra oscura sull'intera istituzione.

Il paradosso di Verona: Dagli abusi al "rilancio" securitario della Questura


L'aspetto più sconcertante e rivoltante di questa vicenda è la risposta istituzionale. 
Invece di un'operazione trasparenza, di una pulizia radicale e di un mea culpa, si è assistito a un incredibile ribaltamento della narrativa
Come denuncia Todesco, "quello che poteva essere una revisione sul sistema securitario è invece diventato un rafforzamento del sistema securitario". 
Con l'arrivo di un nuovo Questore, inviato "appositamente con l'obiettivo: rilanciare la Questura", si è passati da una situazione di "spalle al muro per le responsabilità che emergevano" a un vergognoso tentativo di restyling. 
Improvvisamente, nella narrazione pubblica, il problema non erano più gli abusi, ma la necessità di più sicurezza. "Paradossalmente," incalza Todesco, "dove doveva nascere il sospetto e la critica... è nato un rafforzamento della necessità delle forze dell'ordine." 
Il Questore è stato trasformato in una sorta di "eroe della città", mentre il fango degli abusi veniva frettolosamente nascosto sotto il tappeto. Un'operazione di facciata disgustosa.

Zone rosse e militarizzazione: La farsa della sicurezza a tutti i costi


E quale strumento migliore per questa farsa securitaria se non le famigerate "zone rosse"? Una misura presentata come panacea contro il crimine, ma che secondo Todesco non è altro che "la solita illusione che con più polizia si abbia più sicurezza, che è il contrario." 
Si assiste a una militarizzazione delle piazze, con reparti dell'esercito che "girano con la loro camionetta super inquinante... per pattugliare", senza che questo aumenti la sicurezza reale. L'obiettivo, spesso, è colpire la microcriminalità con operazioni sproporzionate, "trasformata come fosse un'operazione contro clan di 'ndrangheta'", arrivando a "coltivare" gruppi di ragazzini per mesi solo per poi effettuare arresti plateali. 
Si arriva al paradosso di 89 reati contestati a una "banda di ragazzini", lasciati agire indisturbati per poi giustificare mega-operazioni. Una follia.

E che dire dell'inquietante episodio riportato da Todesco, di un'operazione della polizia locale con agenti mascherati e con passamontagna che intervengono in una piazza della città? "È questo che vogliamo? Agenti che non si sa nemmeno la faccia con cui intervengono?" si chiede con sdegno.

Indagini interne: Può la Polizia giudicare se stessa con imparzialità?


Un altro nervo scoperto, che alimenta lo sdegno, è il meccanismo delle indagini. "Chi ha fatto l'indagine su questa vicenda? La polizia stessa," sottolinea Todesco. 
Una "logica incredibile" che "sta passando come normale": appena succede qualcosa che coinvolge la polizia, si fa quadrato, le forze politiche sostengono che "della polizia non si attacca mai, non c'è problema", e "l'oggettività sparisce." 
Si arriva all'assurdo che, "per fiducia", si affida alla polizia stessa il compito di indagare sui propri membri. Come si può parlare di garanzie quando "chi è che indaga sulle responsabilità della polizia? La polizia stessa." È un conflitto di interessi palese che mina alla base la credibilità di qualsiasi accertamento.

La politica complice e l'urgente bisogno di verità e giustizia


La vicenda della Questura di Verona non è solo un caso di cronaca nera, ma il sintomo di un malessere profondo, dove la politica, anche quella di centrosinistra come sottolinea amaramente Todesco, sembra aver "beatificato questa operazione" di insabbiamento e rilancio securitario. 
Una "roba imperdonabile". Invece di far emergere le responsabilità e aprire un dialogo onesto con la città, si è preferito "andare alla pancia", cavalcando l'onda della paura.

I cittadini di Verona, e tutti gli Italiani, meritano di più. 
Meritano verità, giustizia e istituzioni pulite, non muri di gomma, operazioni di facciata e una sicurezza che serve solo a reprimere e a nascondere il marcio. 
Questa vicenda deve essere un monito: la violenza in divisa è un cancro che va estirpato con decisione, senza sconti per nessuno. 
E chi ha sbagliato, chi ha coperto, chi ha voltato la testa dall'altra parte, deve pagare fino in fondo.

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