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Carcere di Foggia: L'apoteosi del fallimento penitenziario Italiano. Sovraffollamento brutale e degrado Inaccettabile.

Con un tasso di sovraffollamento che sfiora il 220%, il carcere di Foggia si erge a monumento della vergogna nazionale. Strutture fatiscenti, agenti allo stremo e diritti umani calpestati quotidianamente dipingono un quadro infernale, un insulto alla dignità umana e alla giustizia. È tempo di denunciare questo scempio.
3 giugno 2025 di
Carcere di Foggia: L'apoteosi del fallimento penitenziario Italiano. Sovraffollamento brutale e degrado Inaccettabile.
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Foggia: Un buco nero nel sistema carcerario Italiano


Il carcere di Foggia non è semplicemente un Istituto penitenziario: è la manifestazione più cruda e impietosa del collasso del sistema detentivo Italiano
Con un indice di sovraffollamento che tocca il vergognoso 219%, la casa circondariale foggiana si piazza al secondo posto nella classifica nazionale dell'orrore, superata solo (al momento della stesura di questo articolo) dal carcere di Lucca. 
Ma che magra consolazione è questa?

Questi non sono numeri astratti, sono vite umane stipate in condizioni disumane. 
L'istituto, concepito per ospitare appena 364 detenuti, ne stritola al suo interno ben 678 (e i dati più recenti, costantemente aggiornati e consultabili su https://www.liberazioneanticipata.it/sovraffollamento, confermano una situazione drammatica, con rilevazioni del 2 giugno 2025 che parlano di 678 presenze a fronte di una capienza REALE ridicola di 310, con picchi da incubo di 707 persone). 

Strutture fatiscenti: Il degrado come norma quotidiana


Definire "vetusto" il carcere di Foggia è un eufemismo offensivo. 
Parliamo di un rudere inaugurato nel lontano '78, un complesso che trasuda incuria e abbandono. E come potrebbe essere altrimenti? Le celle, circa 210, sono topaie sovraffollate dove fino a 8 esseri umani sono costretti a condividere spazi angusti, tra umidità e calcinacci che cadono a pezzi.

I "miglioramenti" decantati – qualche ritocco nella parte ristrutturata e nella sezione femminile (che, sia chiaro, resta priva di docce in cella!) – sono elemosina di fronte a un disastro strutturale conclamato. Le aree passeggio, destinate a 80 reclusi, sono anch'esse fatiscenti, bisognose di interventi che non arrivano mai. 
Le salette di socialità? Spoglie, con qualche misero calcio balilla o tavolo da ping pong. La biblioteca, simbolo di cultura e possibile rieducazione, è stata svilita a sala per videochiamate, negando di fatto il suo scopo primario. 
E all'esterno? Sporcizia e incuria dominano incontrastate.

L'Insulto della "fattoria" e le condizioni igieniche precarie


In questo scenario apocalittico, ci si vanta persino di una "trasformazione in azienda agricola", con una "spaziosa gabbia che ospita galline le cui uova vengono vendute ai dipendenti". Una beffa grottesca, mentre i detenuti vivono ammassati e in molte celle la zona cottura è relegata all'interno del bagno, in barba a qualsiasi norma igienico-sanitaria. Si garantiscono i 3 metri quadri calpestabili? Una concessione che sa di presa in giro quando si è costretti a vivere come bestie. Il riscaldamento funziona, c'è acqua calda: dovremmo forse ringraziare per la minima decenza in un contesto di massima indecenza?

L'area verde attrezzata per bambini giace in disuso da anni per cronica mancanza di personale. Un campo da calcio in erbetta sintetica, pur in ottime condizioni, stride violentemente con il degrado circostante, simbolo di priorità completamente distorte.

Emergenza personale: Agenti e educatori al limite del crollo


La situazione del personale è altrettanto catastrofica e inaccettabile. La pianta organica prevede 261 poliziotti penitenziari, ma in servizio ce ne sono solo 202. 
Questo significa un rapporto di 3.5 detenuti per ogni agente, ben al di sopra della già critica media nazionale di 2. Come si può garantire sicurezza e un minimo di gestione in queste condizioni? È una missione impossibile, un invito al caos.

E gli educatori? Appena 7, quando ne servirebbero di più. Un educatore ogni 100 detenuti, contro una media nazionale di 82. 
È evidente l'impossibilità di attuare qualsiasi serio programma di rieducazione o reinserimento. Si abbandonano i detenuti a sé stessi, alimentando disperazione e recidiva.

La bomba a orologeria della salute mentale


Le conseguenze di questo inferno sulla salute psicofisica dei reclusi sono devastanti e prevedibili. Non esiste una sezione specifica per tossicodipendenti, nonostante 18 persone risultano in trattamento con metadone. Ma il dato più agghiacciante riguarda la salute mentale: 146 reclusi con diagnosi psichiatriche gravi (il 20%, contro una media nazionale del 7% che è già allarmante!). 182 fanno uso regolare di sedativi (25%), 78 di antipsicotici e antidepressivi. Due persone attendono un trasferimento in REMS che non arriva. 
Questi numeri sono un atto d'accusa contro un sistema che genera e aggrava la malattia mentale.

Un fallimento etico e Istituzionale che non può più essere tollerato


Il carcere di Foggia, con la sua disumana realtà, è lo specchio del fallimento etico e istituzionale di uno Stato che abdica al suo dovere di garantire pene che rispettino la dignità umana. Le visite, i rapporti, le denunce si susseguono, ma la situazione precipita in un baratro sempre più profondo. 
Fino a quando potremo tollerare questa vergogna? 
È ora di esigere un cambiamento radicale, prima che sia troppo tardi per la coscienza civile di questo Paese.

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