La situazione indegna al carcere minorile "Meucci"
È inaccettabile e vergognoso quanto sta accadendo all'Istituto Penale Minorile (IPM) "Meucci" di Firenze.
A fronte di una capienza massima di 17 posti, oggi vi sono rinchiusi ben 26 ragazzi, con un tasso di sovraffollamento disumano che supera il 150%.
Una cifra che non è solo un numero, ma la fotografia di un fallimento e di una violazione continua dei diritti fondamentali.
La denuncia, forte e chiara, arriva da Sofia Antonelli, ricercatrice dell'Associazione Antigone e membro dell'Osservatorio giustizia minorile.
Le sue parole, raccolte da Novaradio, dipingono uno scenario raccapricciante: "diverse celle hanno i materassi a terra", gli spazi vitali sono "ristretti", i "problemi di igiene" dilagano e le "maggiori tensioni" sono all'ordine del giorno.
Un peggioramento drastico rispetto alla fine del 2023, quando i detenuti erano 19.
Ma il "Meucci" non è un caso isolato.
È il sintomo di una malattia che affligge l'intero sistema: 10 IPM su 17 in Italia sono sovraffollati.
Questo non significa solo vivere ammassati in condizioni materiali indecenti, ma implica, come sottolinea Antonelli, anche "minori opportunità".
Meno possibilità di studio, di formazione professionale, meno speranze di un futuro diverso.
In sostanza, meno possibilità di quella rieducazione che la Costituzione stessa imporrebbe.
Le cause di questo scempio: Il decreto Caivano e il cinismo politico
Di fronte a questo scempio, c'è chi si nasconde dietro l'aumento dei reati (+16% secondo la Procura dei minori di Firenze, con focus su rapina, violenza e stalking). Ma questa è una lettura parziale, forse di comodo. Secondo Antigone, la radice del problema ha un nome ben preciso: il Decreto Caivano.
Questo provvedimento, fortemente voluto dall'attuale esecutivo, ha ampliato le fattispecie di reato e aggravato le pene per i minori, riducendo drasticamente l'accesso a misure alternative come la messa alla prova.
Il risultato? Un "approccio punitivo", figlio di un "chiaro disegno politico", che ha fatto esplodere il numero di minori detenuti: dai 393 dell'ottobre 2022 (insediamento del governo) ai 592 attuali.
Un aumento vertiginoso che smentisce la narrazione tossica del "populismo penale" e dei media su una presunta emergenza giovanile fuori controllo, visto che nel 2023 si è assistito persino a un calo dei reati denunciati.
E qui, non possiamo che "complimentarci" retoricamente con la Presidente Meloni e la sua Squadra di Governo.
Con la loro instancabile introduzione di decine di nuovi reati, stanno dando un contributo materiale e innegabile alla distruzione delle carceri Italiane, trasformandole in gironi infernali sovraffollati dove la rieducazione è una chimera.
Un successo, non c'è che dire, nel demolire ogni principio di giustizia riparativa, specialmente per i più giovani.
Un ulteriore affronto: I trasferimenti nelle carceri per adulti
Come se non bastasse, un altro fattore aggrava questa situazione già drammatica: il trasferimento dei neo-maggiorenni dagli IPM alle carceri per adulti.
Una pratica che interrompe bruscamente percorsi educativi specifici, scaraventando ragazzi appena diciottenni in realtà penitenziarie ancora più dure.
Fino a poco tempo fa, potevano restare nell'IPM fino a 25 anni per completare il percorso, ora non più.
I primi tre trasferimenti da Firenze sono già avvenuti, destinazione il carcere "Dozza" di Bologna, dove si sta creando una sezione apposita.
Ma è una soluzione che sa di resa incondizionata.
Come denuncia amaramente Antonelli: "Stiamo abdicando alla funzione Costituzionale della educazione e reinserimento del minore".
È l'ennesima dimostrazione di un sistema che sceglie la repressione cieca invece della costruzione di percorsi di recupero, tradendo il futuro dei ragazzi più fragili.