A quanto pare, non basta avere la maggioranza in Parlamento per scrivere leggi che, diciamo così, piacciano a tutti.
Specialmente se "tutti" include un piccolo, insignificante gruppo di 250 giuspubblicisti – gente come ex presidenti e vicepresidenti della Corte Costituzionale (De Siervo, Silvestri, Zagrebelsky, Cheli, Maddalena, nomi quasi sconosciuti, no?, Ndr) – che hanno deciso di alzare la voce contro l'ultimo parto legislativo del Governo: il cosiddetto DL Sicurezza.
Hanno firmato un appello dal titolo quasi sovversivo: "Appello per una sicurezza democratica".
Roba da non credere, il professor Roberto Zaccaria, uno che di diritto pubblico qualcosina ne mastica, ci spiega che di fronte a certe "forzature Istituzionali di particolare gravità", tacere non era più un'opzione.
E qui, a quanto pare, siamo di fronte a una forzatura livello pro.
Il DL Sicurezza: Un capolavoro (incompreso?) di repressione soft
Ma cosa avrà mai combinato questo decreto per far scomodare così tante toghe e cattedre?
Secondo i firmatari, non si tratta solo del solito, ormai quasi folkloristico, abuso della decretazione d'urgenza.
No, qui si parla di uno "scippo" bello e buono ai danni delle Camere, sostituendo un disegno di legge dibattuto con un maxi-decreto farcito di nuove ipotesi di reato e aggravanti varie.
Il tutto, ovviamente, in nome della "Sicurezza", quella con la S maiuscola che, chissà come mai, fa rima con ordine pubblico ma stona un po' con la Costituzione.
Le Perle del Decreto (Secondo i Critici):
- Il Dissenso? Roba da Violenti: L'idea geniale di equiparare un pacifico sit-in a un'aggressione violenta durante una manifestazione.
Logico, no? Se ti siedi per terra, stai chiaramente attentando all'ordine costituito. - Daspo Urbano Facile: Ti basta una denuncia (non una condanna, sia chiaro, siamo garantisti a modo nostro) per vederti vietare la partecipazione a riunioni. Libertà di riunione? Un concetto sopravvalutato.
- CPR come Hotel a 5 Stelle (con Sbarre): Equiparare i Centri di Permanenza per il Rimpatrio al carcere.
E già che ci siamo, considerare la resistenza passiva (tipo, non muoversi) come una rivolta attiva.
Qui l'articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza) pare abbia preso una vacanza non retribuita.
Insomma, un pacchetto completo che, secondo i giuristi, mette allegramente i piedi in testa a libertà fondamentali come quella personale (art. 13), di circolazione (art. 16), di riunione (art. 17) e pure al principio di tassatività delle pene (art. 25). Un successone.
Non solo Sicurezza: Una collezione primavera-estate di "forzature" Legislative
Ma guai a pensare che il DL Sicurezza sia un fiore nel deserto.
Sembra piuttosto l'ultimo arrivato in una famiglia di provvedimenti legislativi che hanno fatto sollevare più di un sopracciglio nelle sedi Istituzionali che contano.
Pare quasi che a questo Governo la democrazia parlamentare e le libertà individuali stiano un po' strette, come un vestito comprato l'anno prima.
Ricordiamo qualche altro "highlight"?
Il Codice della strada: Sicurezza o cassa?
Ah, la riforma del Codice della Strada.
Presentata come la panacea contro gli incidenti, ha scatenato un putiferio.
Tra multe potenzialmente esorbitanti, strette sui monopattini che sembrano volerli estinguere e dubbi sulla reale efficacia in termini di prevenzione rispetto alla semplice repressione, più di qualcuno ha sospettato che l'obiettivo non fosse solo salvare vite, ma magari anche rimpinguare qualche cassa comunale.
E la Consulta? Chissà, magari aspetta il primo ricorso per esprimere il suo raffinato parere.
Decreti "creativi" e bacchettate varie
L'uso disinvolto del decreto legge, motivato dalle ragioni più fantasiose di "necessità e urgenza", è diventato quasi un marchio di fabbrica.
Un modo efficace per dire al Parlamento: "Grazie per la partecipazione, ma facciamo noi".
E quando poi le norme arrivano al vaglio di chi ne capisce davvero? Beh, a volte arrivano le "sorprese":
- Il Decreto Cutro: Stretta sulla protezione speciale per i migranti, norme sui salvataggi in mare che hanno fatto discutere mezzo mondo (e probabilmente anche qualche giudice).
- Il Decreto "Anti-Rave": Ricordate la norma iniziale? Talmente ampia e vaga che sembrava scritta per poter fermare qualsiasi raduno con più di 50 persone che ascoltasse musica non gradita.
Poi un po' l'hanno aggiustata, ma l'intenzione originale era... interessante. - Altre Leggi Sotto Esame: Dalle norme sul lavoro a parti della Riforma della Giustizia, i dubbi di costituzionalità sembrano spuntare come funghi dopo la pioggia.
La Corte Costituzionale e la Cassazione avranno il loro bel da fare nei prossimi mesi.
Libertà e Diritti: Concetti flessibili (a senso unico?)
Alla fine, la domanda sorge spontanea (e un po' ironica): ma non è che questo governo ha un'idea tutta sua di libertà e democrazia?
Una visione dove il dissenso è fastidioso, le garanzie sono un impiccio e la Costituzione è un testo da interpretare con molta, molta creatività?
Dalle piazze alle carceri (con la brillante idea sulla resistenza passiva), dai migranti ai cittadini "sospetti" da daspare preventivamente, sembra esserci un filo rosso: un controllo sempre più stretto, una libertà sempre più condizionata.
Come dicono i 250 giuristi, il loro appello serve a "illuminare il problema" e "sollecitare la società civile".
A far capire che siamo di fronte a un "serio pericolo".
E concludono con un rassicurante: "poi noi ci siamo".
E meno male, verrebbe da aggiungere, qualcuno dovrà pur tenere accesa la luce mentre si naviga a vista tra decreti d'urgenza e libertà... flessibili.