L'Incarico della vergogna: Una militante dell'odio a tutela dei diritti
Asti ha toccato un nuovo fondo.
Con una decisione che grida vendetta, il consiglio comunale ha nominato Stefania Sterpetti nuovo garante comunale delle persone detenute.
Chi è Sterpetti? Medico chirurgo di professione, ma soprattutto militante di Fratelli d'Italia il cui vero "curriculum" è una cloaca a cielo aperto sui social media.
Tra deliri nostalgici per il Duce e insulti razzisti contro i migranti definiti "ciarpame", spicca la perla più nera: l'augurio esplicito di suicidio a un detenuto in sciopero della fame.
"Visto che non c’è la pena di morte, si tolgano di mezzo da soli", scriveva senza alcuna remora. Una frase agghiacciante, che da sola dovrebbe squalificare chiunque da qualsiasi incarico pubblico, figuriamoci uno di garanzia.
La Politica calpesta la competenza e il buon senso
Con quattordici voti – sufficienti a scavalcare Domenico Massano, un volontario che il carcere lo conosce davvero perché ci lavora – la maggioranza ha imposto la sua scelta.
Non contano l'esperienza, l'empatia, la conoscenza reale dei problemi carcerari. Conta solo l'appartenenza politica, il cronyismo più becero.
Fratelli d'Italia, per bocca del capogruppo Federico Cirone, ha difeso a spada tratta questa nomina impresentabile, dimostrando un disprezzo totale per il significato stesso della parola "garante".
Si garantisce l'ideologia, non i diritti.
Un profilo incompatibile con la tutela
La Sterpetti, descritta come una professionista della provocazione, tenta goffamente di cancellare le tracce del suo passato digitale, ma le parole restano.
I suoi post, compresa una lista delle presunte "opere del Duce", rivelano una mentalità pericolosamente incline a un'idea distorta di ordine e disciplina, totalmente incompatibile con un ruolo che dovrebbe vigilare sul rispetto della dignità umana anche dietro le sbarre.
Affidarle la tutela dei detenuti è come mettere una volpe a guardia del pollaio.
Anzi, peggio: è mettere un piromane a capo dei vigili del fuoco.
Il messaggio devastante: Odio normalizzato e Istituzionalizzato
Questa nomina non è un semplice incidente di percorso.
È un insulto diretto e brutale ai diritti fondamentali delle persone private della libertà. Ma è anche, e forse soprattutto, un segnale culturale devastante lanciato dal principale partito di governo: l'odio, l'intolleranza, il linguaggio della violenza non solo sono sdoganati, ma vengono premiati, promossi, istituzionalizzati.
Si affida un ruolo di garanzia a chi quella garanzia la disprezza apertamente.
Un precedente gravissimo che legittima il peggio e svuota le istituzioni di ogni credibilità residua.