Countdown Manifestazione
Mancano
00gg 00h 00min
alla Manifestazione!
Passa al contenuto

Carceri Campane: Lo specchio incrinato di un sistema Penitenziario nazionale al collasso. Sovraffollamento disumano, suicidi record e sanità allo sbando

La Relazione Annuale 2024 del Garante Campano Ciambriello sbatte in faccia la cruda realtà: Istituti che scoppiano, vite spezzate dal disagio e dall'abbandono, diritti fondamentali calpestati. La Campania è l'emblema di un fallimento italiano che grida vendetta, ignorato da una politica securitaria cieca e inetta. È ora di dire basta a questa vergogna nazionale
23 aprile 2025 di
Carceri Campane: Lo specchio incrinato di un sistema Penitenziario nazionale al collasso. Sovraffollamento disumano, suicidi record e sanità allo sbando
L R

L'ennesima denuncia inascoltata: la relazione Ciambriello 2025

Ancora una volta, nero su bianco, la verità indicibile sulle carceri Italiane viene sbattuta sul tavolo delle Istituzioni. 
La Relazione Annuale 20254del Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, presentata al Consiglio Regionale, non è solo un documento di 269 pagine: è un atto d'accusa feroce, un pugno nello stomaco che descrive una situazione intollerabile e vergognosa
La Campania, con i suoi numeri da incubo, diventa il simbolo perfetto del disastro penitenziario nazionale: un sistema malato, disumano, che invece di rieducare, annienta.

Sovraffollamento: la tortura quotidiana legalizzata

I numeri sono un insulto alla dignità umana. 
In Campania, 7.509 persone sono stipate come bestie in spazi pensati per appena 5.584.
Un tasso di sovraffollamento medio del 134,5% che esplode in picchi vergognosi: 155,45% a Poggioreale, 154,55% a Benevento, 154,18% a Salerno. 
Cosa significa? Celle progettate per una persona che ne contengono due, tre, costringendo esseri umani a vivere ammassati, privati persino dei 3 metri quadrati minimi stabiliti come standard minimo, soglia sotto la quale la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha già condannato l'Italia per trattamenti inumani e degradanti (sentenza Torreggiani).

E non pensiate che altrove vada meglio. 
A livello nazionale, la situazione è se possibile ancora più allarmante: a fine 2024 si contavano oltre 62.000 detenuti (62.153 al 16 dicembre, secondo Antigone) a fronte di una capienza effettiva di circa 47.000 posti, considerando le migliaia di posti non disponibili per incuria e fatiscenza. 
Un tasso di affollamento effettivo nazionale che supera il 132%, con punte oscene come il 225% a San Vittore o il 205% a Brescia.
Questo non è un sistema penitenziario, è una fabbrica di disperazione e violenza. Eppure, come denuncia Ciambriello, ben 2.747 detenuti campani potrebbero scontare pene residue inferiori a 3 anni fuori dal carcere, con misure alternative che restano lettera morta per colpa di un sistema giudiziario e politico inerte e incapace.

L'ecatombe silenziosa: un suicidio ogni quattro giorni

Il 2024 passerà alla storia come l'anno nero dei suicidi in carcere
Oltre 90 persone si sono tolte la vita dietro le sbarre a livello nazionale (88 secondo Antigone, il dato più alto mai registrato), 11 delle quali nella sola Campania (con 4 casi nel famigerato Poggioreale). 
Dietro questi numeri agghiaccianti ci sono storie di sofferenza estrema, disagio psichico ignorato, abbandono istituzionale
Colpisce il dato sugli stranieri: quasi la metà dei suicidi nazionali (44 su 90 secondo l'articolo originale, almeno 40 secondo Antigone) riguarda persone non Italiane, spesso prive di supporto, mediatori culturali, speranza. 
In Campania, 3 stranieri si sono tolti la vita nel 2024.

Ma i suicidi sono solo la punta dell'iceberg di un malessere profondo e diffuso: 1.080 atti di autolesionismo e 214 tentativi di suicidio solo in Campania nel 2024. 
Poggioreale è un inferno: 345 autolesionismi, 36 tentati suicidi. 
Atti disperati di chi non vede via d'uscita, di chi è schiacciato da condizioni detentive brutali e da un futuro che non esiste. 
Il suicidio è diventato la prima causa di morte in carcere, superando malattie e altre cause. 
Un dato che dovrebbe far vergognare chiunque abbia responsabilità politiche e istituzionali.

Personale allo stremo e sanità negata: un sistema che abbandona

A fronteggiare questa emergenza, un personale penitenziario allo stremo
In Campania mancano all'appello quasi 500 agenti rispetto all'organico previsto (3.265 in servizio su 3.706). 
Il rapporto agenti/detenuti è drammaticamente sbilanciato, soprattutto in carceri-polveriera come Poggioreale e Secondigliano. 
A livello nazionale, la carenza di organico è cronica (manca circa il 15-16% del personale previsto), e il rapporto medio agenti/detenuti peggiora (1 agente ogni 2 detenuti nel 2024 secondo Antigone).

Se il personale di polizia è insufficiente, quello dedicato al trattamento e alla salute è una chimera
A Poggioreale, solo 20 funzionari giuridico-pedagogici (educatori) per oltre 2.000 detenuti: come si può anche solo parlare di rieducazione? 
La sanità è un diritto negato: mancano psichiatri (fondamentali, con oltre 362 detenuti campani con patologie psichiatriche), psicologi, medici specialisti. 
Le visite esterne saltano a migliaia (3.350 in Campania nel 2024) per problemi logistici o semplice incuria. 
Le Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale (Atsm) sono attive solo in 3 istituti su 15. 
Depressione e sindromi nevrotiche dilagano (almeno 192 casi diagnosticati in Campania) senza un supporto strutturato. 
Le donne detenute mostrano tassi di disagio psichico e uso di psicofarmaci significativamente più alti rispetto agli uomini, come evidenziato da Antigone.

REMS: il fallimento nel fallimento

Le Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), nate per superare l'orrore degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sono un altro capitolo oscuro
In Campania, solo due strutture (Calvi Risorta e San Nicola Baronia) con appena 39 posti totali
Una goccia nel mare rispetto al fabbisogno. 
Mancano mediatori culturali, psichiatri, infermieri, personale di vigilanza. 
A livello nazionale, le liste d'attesa per entrare in una REMS sono infinite (circa 700 persone aspettano, con attese medie di 10 mesi o più), lasciando persone giudicate socialmente pericolose e bisognose di cure in un limbo inaccettabile, spesso ancora in carcere in condizioni inadatte.
La Corte Costituzionale ha già denunciato le gravi criticità e la disomogeneità regionale di questo sistema fallimentare.

Donne e minori: la doppia vulnerabilità calpestata

Le donne detenute (351 in Campania) subiscono condizioni spesso peggiori. 
Isolate in piccole sezioni di carceri maschili (solo 4 carceri femminili in tutta Italia), vedono negato l'accesso a molte attività trattamentali.
La chiusura dell'ICAM (Istituto a Custodia Attenuata per Madri) di Lauro, dopo costosi lavori, è uno scandalo che ha spezzato legami familiari, trasferendo donne e madri lontano dalle loro famiglie.

E poi c'è la vergogna delle carceri minorili
Il Decreto Caivano, spacciato come soluzione securitaria, ha sortito l'unico effetto di riempire gli Istituti Penali Minorili (IPM)
In Campania i minori ristretti sono aumentati del 30%, arrivando a 99. 
A livello nazionale, l'aumento è stato drammatico, quasi il 50% in più di presenze negli IPM dall'ottobre 2022, come denuncia Antigone.
Reati gravi come rapine, lesioni e persino omicidi volontari tra i giovanissimi sono in aumento o stabili, a dimostrazione del fallimento di un approccio puramente repressivo che ignora le cause profonde del disagio giovanile. 
323 eventi critici negli IPM campani (Nisida e Airola) testimoniano una tensione altissima. 
I Centri di Prima Accoglienza (CPA) campani, pur vedendo una prevalenza di Italiani rispetto al dato nazionale, restano luoghi di transito verso un sistema che criminalizza invece di recuperare.

Il Carcere della Costituzione? Una bestemmia!

Il Garante Ciambriello chiude la sua relazione con amarezza e indignazione: parlare oggi di "carcere della Costituzione", un luogo che dovrebbe tendere alla rieducazione (Art. 27 Cost.), è un'utopia, una presa in giro
La realtà è quella di un "carcere contro la Costituzione", un sistema che viola sistematicamente i diritti umani, umilia, spezza e produce altra sofferenza e marginalità.

La Campania è solo l'epicentro più visibile di un terremoto che scuote l'intero sistema carcerario Italiano
È urgente, non più rimandabile, un cambio di rotta radicale: basta con la retorica securitaria, basta con l'ipocrisia. 
Servono investimenti massicci sulle misure alternative, sulla sanità mentale, sul lavoro e sulla formazione dentro e fuori le mura. 
Serve ridurre drasticamente il ricorso alla custodia cautelare, serve depenalizzare reati minori, serve affrontare la questione droghe con approcci sanitari e non solo punitivi. 
Serve, soprattutto, restituire dignità umana a chi è privato della libertà, perché un Paese che tratta così i suoi detenuti non può definirsi civile
È ora che la politica si assuma le proprie gravi responsabilità e ponga fine a questa vergogna nazionale.

Commenti