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Suicidi in Carcere: Codacons presenta denuncia in 104 Procure Italiane, servirà ad aprire uno spiraglio di speranza ?

Una strage silenziosa e inaccettabile continua nelle carceri italiane. Il Codacons rompe il silenzio e chiede giustizia, denunciando alle Procure possibili omissioni e complicità.
9 aprile 2025 di
Suicidi in Carcere: Codacons presenta denuncia in 104 Procure Italiane, servirà ad aprire uno spiraglio di speranza ?
L R

Il fenomeno dei suicidi nelle carceri Italiane ha raggiunto livelli intollerabili, trasformandosi in una vera e propria emergenza nazionale che non può più essere liquidata con generiche espressioni di cordoglio. 
Di fronte a questa strage annunciata, l'iniziativa del Codacons rappresenta un necessario e coraggioso tentativo di squarciare il velo dell'impunità: l'associazione ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica su tutto il territorio nazionale, chiedendo l'apertura di indagini mirate. 
L'obiettivo è chiaro e non più differibile: accertare le responsabilità penali dietro ogni singolo decesso.

La strage dei numeri: Una realtà brutale e inaccettabile

I dati ufficiali, citati dal Codacons nel suo esposto e provenienti dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, sono agghiaccianti e devono essere gridati con forza. 
Il 2024 si è configurato come l'anno nero per le carceri italiane: ben 90 suicidi registrati (che portano il totale a 603 negli ultimi dieci anni), a cui si sommano altre 20 morti per cause ancora da accertare. 
Questa non è statistica, è un massacro.

A rendere il quadro ancora più drammatico è la condizione di sovraffollamento sistemico: al 25 novembre 2024, si contavano 62.410 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.165 posti, che scende però a soli 46.771 posti effettivi. Questo si traduce in un indice nazionale di sovraffollamento del 133,44%
Vivere in condizioni disumane, ammassati e privati di dignità, non può e non deve essere considerato un fattore collaterale, ma una potenziale causa diretta o concausa di gesti estremi.

Responsabilità penale: Non più omissioni né dolo eventuale

Ed è qui che si innesta la questione cruciale, quella della responsabilità penale
Se le condizioni invivibili e degradanti delle carceri – riconosciute persino ai massimi livelli istituzionali – contribuiscono o determinano questi suicidi, allora è dovere delle Procure indagare a fondo. 
Non si può più parlare solo di tragedia, ma si deve valutare concretamente la possibile configurazione di reati gravissimi.

Il Codacons, nell'esposto, ipotizza l'omissione di atti d'ufficio (art. 328 c.p.) e l'aiuto al suicidio (art. 580 c.p.)
Chi aveva il dovere di garantire condizioni di vita dignitose e sicure? 
Chi doveva vigilare sulla salute fisica e psicologica dei detenuti? 
Il silenzio e l'inerzia di fronte a un'emergenza conclamata non sono più tollerabili.

L'associazione punta il dito anche verso una potenziale corresponsabilità del Ministero della Giustizia, depositario degli obblighi di garanzia dei diritti dei detenuti. La piena consapevolezza della situazione disastrosa delle carceri, secondo il Codacons, potrebbe configurare addirittura l'elemento soggettivo del dolo eventuale: l'aver cioè accettato il rischio concreto che queste tragedie continuassero a verificarsi, senza intervenire in modo risolutivo. 
Ogni suicidio in carcere deve essere trattato come un potenziale omicidio colposo o doloso per omissione, fino a prova contraria.

L'iniziativa Codacons: Uno spiraglio di giustizia necessario

Di fronte a questo scenario drammatico e all'apparente inerzia delle istituzioni preposte, va fatto un plauso deciso all'azione del Codacons
La richiesta formale inviata a 104 Procure non è un atto simbolico, ma una richiesta pressante di giustizia per le vittime e le loro famiglie. 
È un tentativo fondamentale per rompere il muro di gomma e chiamare alle proprie responsabilità chiunque, a qualsiasi livello, abbia contribuito con azioni o omissioni a questo stato di cose.

L'auspicio è che le Procure accolgano con la dovuta serietà questa denuncia, avviando indagini capillari e rigorose
È in gioco non solo la vita delle persone detenute, ma la credibilità stessa dello Stato di diritto nel nostro Paese. 
È ora che la giustizia entri prepotentemente anche dietro le sbarre, per accertare le colpe e punire i responsabili di questa inaccettabile ecatombe.

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