Ospite del convegno organizzato dal gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali di Torino, il viceministro della Giustizia ha dichiarato: "Il diritto al lavoro deve essere affiancato dal diritto alla salute, ma nei penitenziari italiani si riscontra una grave carenza sanitaria".
Francesco Paolo Sisto ha affermato che "l'ergastolo è una misura contraria alla Costituzione", intervenendo sul tema del lavoro come strumento di inclusione per i detenuti. Durante il suo intervento, Sisto ha sottolineato che "le pene devono mirare alla rieducazione, ed è fondamentale garantire un monitoraggio continuo affinché il carcere non si riduca a un semplice luogo di detenzione, ma diventi anche un ambiente di recupero".
Altrimenti, "si rischia di perdere di vista il principio costituzionale, trasformando la pena in una mera privazione della libertà, senza offrire opportunità di reinserimento". In questo contesto, "il lavoro si configura come uno degli strumenti più efficaci per la rieducazione, poiché contribuisce a ridurre la recidiva, ripristina la dignità e migliora le condizioni psicologiche dei detenuti, apportando benefici all'intera società". Tuttavia, Sisto ha evidenziato che il diritto al lavoro deve essere accompagnato dal diritto alla salute.
"È inaccettabile che negli istituti penitenziari le cure mediche siano insufficienti o ritardate, costringendo i detenuti ad attendere mesi per una visita. Questa situazione provoca frustrazione e indignazione, minando il principio fondamentale secondo cui la detenzione deve privare della libertà, ma non della dignità".
Ha poi lanciato un avvertimento: "Troppo spesso le strutture penitenziarie si trasformano in un 'Bronx sanitario', dove il diritto alla salute viene sistematicamente trascurato. Questa condizione è inaccettabile e richiede un intervento deciso da parte delle autorità locali".