La senatrice Ilaria Cucchi ha effettuato una visita a sorpresa al carcere di Sant’Anna di Modena, scoprendo una realtà semplicemente indegna di un paese civile.
Ciò che ho trovato qui dentro è l’emblema della disfatta totale delle carceri italiane: sovraffollamento disumano, agenti penitenziari lasciati allo sbando, totale assenza di formazione e gestione delle emergenze quotidiane ormai fuori controllo" ha dichiarato la Senatrice, denunciando il colpevole immobilismo delle Istituzioni.
"Sono qui senza preavviso, perché le ispezioni devono essere reali, non teatrini organizzati – ha incalzato Cucchi –.
A Modena ci sono stati ben quattro suicidi, e sappiamo bene che il sovraffollamento è la miccia che alimenta la disperazione dei detenuti.
Oggi ho scoperto un ulteriore orrore: esiste una chat tra i direttori degli istituti per segnalare i detenuti a rischio suicidio.
I numeri sono terrificanti, eppure viene detto che ‘15 casi tra basso e medio rischio sono pochi’.
Una follia, un solo detenuto a rischio è già un fallimento inaccettabile e qui si muore nel silenzio".
L’approccio del Governo alla questione carceraria è semplicemente criminale.
"Si continua a riempire le prigioni con leggi assurde e nuovi reati, senza alcuna strategia per ridurre il numero di detenuti.
Si dovrebbero liberare immediatamente coloro che non hanno ragione di stare qui: persone con problemi psichiatrici, detenuti a rischio suicidio, tossicodipendenti che avrebbero bisogno di cure, non di una cella lurida e sovraffollata" ha attaccato Cucchi, sottolineando la totale assenza di politiche di recupero e reinserimento.
Infine, un duro monito anche sul dramma degli agenti penitenziari: "Qui non si tratta solo dei detenuti.
Anche chi lavora nelle carceri è abbandonato.
Gli agenti sono allo stremo, e loro stessi implorano formazione e risorse per poter svolgere il proprio lavoro dignitosamente.
Oggi, a Modena, mi hanno lanciato un appello disperato: ‘Metteteci nelle condizioni di lavorare’.
Ma chi governa continua a voltarsi dall’altra parte, fregandosene delle vite umane, da una parte e dall’altra della barricata.
Questo non è un sistema penitenziario, è un campo di concentramento moderno e chi lo tollera è complice.