L'ispezione dei deputati Pd Debora Serracchiani, Valentina Ghio e Alberto Pandolfo nel carcere di Marassi non è stata una semplice visita: è stata la constatazione di un fallimento annunciato, la testimonianza diretta di una situazione vergognosa che non può più essere tollerata.
I numeri, nudi e crudi, urlano l'accusa: Marassi è una bomba a orologeria, un luogo dove i diritti fondamentali vengono sistematicamente calpestati.
Sovraffollamento scandaloso e personale abbandonato
Il primo, ineludibile schiaffo alla decenza è il vergognoso sovraffollamento.
Pensato per 550 persone, Marassi ne "ospita" quasi 700.
Non sono numeri, sono vite ammassate in condizioni che definire precarie è un eufemismo.
Una situazione disumana che è diretta conseguenza di politiche carcerarie fallimentari e di un'indifferenza colpevole.
A questo si aggiunge l'abbandono inaccettabile del personale di Polizia Penitenziaria. Manca quasi il 40% dell'organico: un dato che non rappresenta solo una statistica, ma il quotidiano rischio per la sicurezza degli agenti e l'impossibilità di garantire un minimo controllo e una parvenza di normalità all'interno della struttura.
Lavorare in queste condizioni non è solo difficile, è insostenibile e pericoloso, un insulto alla professionalità di chi opera in prima linea.
Sanità al bando: detenuti malati lasciati a sé stessi?
Le criticità esplodono anche sul fronte sanitario (vi consigliamo di dare al nostro articolo, cliccando qui).
Nonostante alcuni spazi dedicati, la realtà denunciata dai deputati è quella di un'assistenza sanitaria palesemente insufficiente.
Pochi medici per centinaia di detenuti bisognosi di cure.
E la questione si fa ancora più grave per i detenuti con problemi psichiatrici o di dipendenza.
La domanda sorge spontanea e accusatoria: cosa ci fanno queste persone in carcere?
La loro presenza in una struttura inadeguata, priva delle risorse per una vera cura, non è forse una condanna nella condanna, un'ulteriore prova della negligenza di un sistema che preferisce nascondere il disagio dietro le sbarre piuttosto che affrontarlo con strumenti adeguati come comunità e strutture protette?
Cibo insufficiente: un'ulteriore umiliazione?
Come se non bastasse, persino la quantità di cibo, decisa a livello Ministeriale, appare "francamente inadeguata".
Un dettaglio che sa di beffa, un'ulteriore umiliazione inflitta a chi è già privato della libertà.
Su questo punto, i deputati promettono un'interrogazione.
È lecito chiedersi: si sta risparmiando anche sulla fame dei detenuti?
Rieducazione? Una farsa con solo 11 educatori per 700 persone
La Costituzione parla di pena con finalità rieducativa, ma a Marassi questa sembra una parola vuota, una farsa grottesca.
Come si può parlare seriamente di rieducazione quando ci sono appena 11 (undici!) educatori per quasi 700 detenuti?
È un rapporto numerico che denuncia l'assoluta mancanza di volontà politica di investire nel recupero delle persone.
La situazione, denunciano i Deputati, è analoga per le assistenti sociali, sommerse da un carico di lavoro ingestibile.
Il messaggio che arriva è chiaro e terribile: per lo Stato, chi entra a Marassi è spesso solo un numero da gestire, non una persona da recuperare.
È l'abdicazione totale al mandato costituzionale, un atto d'accusa pesantissimo contro chi governa e amministra la giustizia.
L'interrogazione al Ministero è il minimo che si possa fare di fronte a questo scandalo.