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Magistratura di Sorveglianza: Tempi Biblici e Maglie Strettissime Bloccano i Diritti dei Detenuti

La Consulta interviene per sanare un’ingiustizia, ma la Magistratura di Sorveglianza continua a ritardare l’accesso ai benefici previsti dalla legge.
12 marzo 2025 di
Magistratura di Sorveglianza: Tempi Biblici e Maglie Strettissime Bloccano i Diritti dei Detenuti
Ramy

 

La Consulta Interviene: Un’Ingiustizia Sanata, ma il Sistema Resta Paralizzato

Con la sentenza n. 24 del 2025, la Corte Costituzionale ha finalmente dichiarato incostituzionale la norma che imponeva uno stop automatico ai permessi premio per i detenuti accusati di reati commessi durante l’esecuzione della pena. 
Una vittoria per la giustizia? Solo sulla carta.

Perché, se da un lato la Consulta ha riconosciuto un principio ovvio – non si può punire un detenuto per un’accusa ancora da dimostrare – dall’altro la Magistratura di Sorveglianza continua a gestire il sistema con una rigidità tale da vanificare qualsiasi progresso. 
Tempi biblici, valutazioni estenuanti e cavilli burocratici trasformano ogni misura alternativa in un miraggio, negando nei fatti ciò che la legge garantisce sulla carta.

Maglie Strettissime: Quando il Ritardo Diventa una Pena Aggiuntiva

La vicenda di G.K., detenuto dal 2017 per tentata rapina e omicidio, dimostra quanto il sistema sia ingiusto e sbilanciato
Dopo aver dimostrato buona condotta e progressi rieducativi, aveva ottenuto permessi per riavvicinarsi alla famiglia. 
Poi, un’accusa non ancora provata – il sospetto di aver tentato di introdurre droga in carcere – è bastata per bloccare automaticamente i suoi permessi per due anni.

La Consulta ha chiarito che questa norma violava la presunzione di innocenza, ma nel frattempo quanti altri detenuti si trovano nella stessa situazione? 
Quanti vedono i loro percorsi di recupero bloccati dalla lentezza esasperante della Magistratura di Sorveglianza?

Giustizia a Rilento: Una Penalizzazione Costante per i Detenuti

Anche dopo una sentenza chiara come quella della Corte Costituzionale, la prassi non cambia. 
Richieste di permessi che restano mesi nei cassetti, risposte che si fanno attendere, decisioni rimandate all’infinito. 
La Magistratura di Sorveglianza continua a operare con un approccio sospettoso e punitivo, anziché valutare con equilibrio e giustizia il percorso dei detenuti.

Si tratta di un problema cronico, perché il sistema penitenziario non viene gestito con una visione di recupero e reinserimento, ma con diffidenza e rigidità burocratica.

Conclusione: Quando la Giustizia Diventa un Muro Insormontabile

Il problema non è più cosa dice la legge, ma chi la applica e come
Se la Magistratura di Sorveglianza continua a operare con questi tempi infiniti e criteri eccessivamente restrittivi, ogni conquista giuridica resta solo un’illusione.

La funzione rieducativa della pena è un principio costituzionale: ma finché chi deve farla rispettare la rallenta con scuse e formalismi, rimane una promessa tradita.

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