Un trasferimento punitivo che mette a rischio la vita
Un errore giudiziario, una vita appesa a un filo.
È la drammatica storia di Vincenzo P., un detenuto di Salerno affetto da una grave patologia agli occhi che, a causa di un trasferimento ingiustificato, rischia di perdere completamente la vista.
Un'accusa infondata per rissa e un trasferimento punitivo lo hanno privato delle cure salvavita, già avviate in Campania.
L’uomo, ex tossicodipendente detenuto per reati legati alla droga, era stato scambiato per errore come partecipante a una rissa nel carcere di Ariano Irpino.
Da lì, il trasferimento a Terni, lontano dalla struttura dove era in cura, ha bloccato il suo percorso terapeutico.
Ma la verità è emersa: i suoi legali hanno dimostrato la totale estraneità ai fatti, ottenendo la revoca dell’ordinanza cautelare.
Troppo tardi, però, perché il danno è ormai fatto.
La battaglia legale per riottenere le cure
Prima dell'assurdo trasferimento, Vincenzo P. aveva già subito un'operazione a un occhio ed era in attesa di un secondo intervento per tentare di arrestare l’avanzamento della malattia.
Il suo avvocato, Vincenzo Rispoli, aveva sollecitato il Ministero della Giustizia affinché il detenuto potesse ricevere cure adeguate.
La magistratura aveva persino riconosciuto la sua incompatibilità con il regime carcerario.
Tuttavia, l’accusa infondata ha interrotto tutto: Vincenzo P. è stato allontanato dalla Campania e lasciato senza assistenza sanitaria.
Oggi, la sua patologia agli occhi peggiora rapidamente, e con essa il rischio di perdere del tutto la vista.
Chi pagherà per questo scempio?
Nonostante la dimostrazione della sua innocenza nella presunta rissa, Vincenzo P. rimane detenuto per reati legati alla droga, ma ora è anche vittima di un sistema che non garantisce neppure il diritto alla salute.
Il suo caso è l’ennesima dimostrazione di un problema strutturale del sistema penitenziario italiano: trasferimenti punitivi, errori giudiziari, diritti fondamentali calpestati.
L’ultima speranza è riposta nel giudice di sorveglianza di Avellino, che a fine mese dovrà esaminare la richiesta dei legali per consentire la ripresa delle cure.
Ma sarà ancora in tempo?
O la giustizia continuerà a voltarsi dall’altra parte mentre un uomo perde la vista?