Un vuoto di potere che sfida ogni logica
Sembra uno scherzo di cattivo gusto, eppure è la cruda realtà: dal 27 dicembre scorso, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), l'organismo che dovrebbe governare il disastrato sistema carcerario Italiano, è senza un capo.
Tre lunghissimi mesi di vuoto ai vertici.
E questo accade proprio ora, nel pieno di una crisi senza precedenti, con vite spezzate dai suicidi, celle che scoppiano per il sovraffollamento.
Viene da chiedersi: ma ci si rende conto della gravità?
Il pasticcio imbarazzante della nomina mancata
La nomina del nuovo capo del DAP sembrava cosa fatta.
Il nome di Lina Di Domenico, attuale facente funzione, era sulla bocca di tutti.
Ma, incredibilmente, tutto si è bloccato.
Il motivo? Un inciampo istituzionale da manuale: la candidatura sarebbe stata annunciata – o fatta circolare con inspiegabile leggerezza, secondo alcuni – senza il necessario, preventivo confronto con il Quirinale, a cui spetta l'ultima parola.
Un errore procedurale che ha trasformato una nomina urgente in un patetico nodo politico.
È mai possibile tanta superficialità su un tema così delicato?
Delmastro: Il Sottosegretario "Tuttofare" (in mancanza d'altro?)
In questo scenario desolante, emerge la figura del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Da mesi appare come l'unico punto di riferimento per la Polizia Penitenziaria. Addirittura, durante la recente festa del Corpo, è stato lui – e non un capo ufficiale del DAP, che semplicemente non c'è – a premiare gli agenti.
Una situazione surreale, che segnala una gestione di fatto senza una guida formale. Viene da chiedersi se questa anomalia sia considerata normale ai piani alti.
Nel frattempo, l'ex capo DAP, Giovanni Russo, si era dimesso in seguito a tensioni interne, culminate con la sua testimonianza nel controverso caso Cospito.
Un'altra tessera in un mosaico già abbastanza sconcertante.
L'orrore quotidiano: Suicidi e sovraffollamento ignorati
Ma mentre a Roma si gioca con le nomine e le procedure, nelle carceri si consuma la tragedia.
I numeri dei suicidi tra i detenuti hanno raggiunto picchi drammatici e senza precedenti negli ultimi tempi.
E il 2025 è iniziato nel peggiore dei modi: già 26 persone si sono tolte la vita tra le sbarre nei primi tre mesi dell'anno.
Venti vite spezzate nell'indifferenza.
A questo si aggiunge la piaga cronica del sovraffollamento insostenibile: quasi 62mila detenuti ammassati in strutture pensate per 47mila.
Condizioni igieniche precarie, spazi invivibili, tensioni alle stelle.
E chi dovrebbe vigilare?
Il personale è allo stremo: mancano all'appello circa 8mila agenti di polizia penitenziaria, come denuncia senza mezzi termini Gennarino De Fazio, segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
"Situazione Insostenibile": Il Grido D'Allarme Inascoltato
"La situazione è ormai insostenibile," tuona De Fazio.
"Abbiamo carenze logistiche, strutturali e sanitarie gravissime.
E il governo? Si preoccupa dell'Albania mentre qui manca persino un capo delle carceri!".
Parole durissime, che fotografano un'emergenza totalmente fuori controllo e apparentemente, ignorata da chi dovrebbe intervenire.
Stallo politico e futuro incerto: Chi paga il conto?
E così, la nomina di Lina Di Domenico, figura considerata competente, resta bloccata in un'assurda impasse politica.
Nessuno sembra voler o poter risolvere la situazione.
Anzi, si teme che proporre nomi alternativi significhi solo "bruciarli".
Il risultato? Il futuro della gestione carceraria è avvolto nella nebbia più fitta.
È inconcepibile che, di fronte a un sistema penitenziario che sta letteralmente implodendo, si assista a questa paralisi.
Il DAP resta senza guida, le carceri restano una polveriera e la politica sembra incapace di agire.
La domanda, carica di sdegno, sorge spontanea: quanto ancora dovrà peggiorare la situazione prima che qualcuno si decida ad assumersi le proprie responsabilità?