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Il rapporto dell'Autorità indica che ci troviamo di fronte a una crisi umanitaria all'interno delle carceri.

Il sistema penitenziario italiano continua a fare i conti con una crisi umanitaria senza precedenti
26 febbraio 2025 di
Il rapporto dell'Autorità indica che ci troviamo di fronte a una crisi umanitaria all'interno delle carceri.
Ramy


Secondo l'ultimo rapporto del Garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà, pubblicato il 24 febbraio 2025, nei primi 54 giorni dell'anno si sono già verificati 11 suicidi tra i detenuti, oltre a 10 decessi in circostanze ancora da determinare e 29 decessi dovuti a malattia. 

È fondamentale notare che questi dati ufficiali differiscono da quelli riportati da Ristretti Orizzonti, che indica 14 suicidi (anche noi ndr), tra cui il caso più recente al carcere di Cremona, oltre alle stime dei sindacati di polizia penitenziaria come Uil-Pa. 
Questo dipinge un quadro desolante, dopo un 2024 particolarmente tragico, che ha registrato 90 suicidi – anche con dati ufficiali contrastanti – segnando il numero più alto in oltre tre decenni di record ministeriali. 
 Il documento, redatto dal Collegio dei Garanti, composto da Riccardo Turrini Vita, Irma Conti e Mario Serio, analizza i dati ufficiali del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (Dap). 

L'analisi rivela inevitabilmente la percezione di un sistema sull'orlo del collasso, in cui il sovraffollamento, le condizioni disumane e la mancanza di supporto per la salute mentale contribuiscono a queste tragedie previste.
 Emerge un profilo di disperazione: tutti gli 11 suicidi registrati nel 2025 hanno coinvolto uomini, di cui 5 italiani e 6 stranieri (provenienti da Egitto, Tunisia, Romania e Algeria). 
L'età media è di 39 anni, con una notevole concentrazione nella fascia di età 40-55 anni (5 casi). 

Quattro delle persone avevano già ricevuto condanne definitive, mentre 5 erano in attesa del loro primo processo, spesso per diversi mesi. I
 reati predominanti erano legati alla proprietà (rapina o tentata rapina), ma l'isolamento e la vulnerabilità sono particolarmente evidenti: 3 detenuti erano senzatetto, 2 erano disoccupati e solo 2 erano impegnati in lavori all'interno del carcere. 
Sebbene non sia possibile stabilire una correlazione diretta, la connessione tra suicidi e condizioni carcerarie è innegabile. 

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