Countdown Manifestazione
Mancano
00gg 00h 00min
alla Manifestazione!
Passa al contenuto

Giustizia ignorata: Detenuta invalida segregata in carcere nonostante due Ordinanze del Tribunale. La denuncia Shock dei Radicali.

Una donna invalida al 100%, con gravi problemi psichiatrici, è illegalmente detenuta nel carcere di Torino Lorusso e Cutugno, in spregio alle decisioni della Magistratura. Una vergognosa discriminazione nega alle donne detenute l'accesso a reparti psichiatrici adeguati, disponibili solo per gli uomini.
22 aprile 2025 di
Giustizia ignorata: Detenuta invalida segregata in carcere nonostante due Ordinanze del Tribunale. La denuncia Shock dei Radicali.
L R

Il dramma silenzioso: Una donna abbandonata dallo Stato

Rannicchiata sul suo lettino, giorno e notte. 
La testa rivolta al muro, prigioniera di un silenzio assordante. 
Questa è la realtà quotidiana di una donna di 50 anni, invalida al 100% e con gravi problemi psichiatrici, rinchiusa da quattro interminabili mesi nella sezione femminile del carcere Lorusso e Cutugno di Torino. 
La sua compagna di cella, costretta a farle da badante improvvisata, lancia l'allarme: "Ha smesso di parlare, si è chiusa completamente, forse non ci riconosce nemmeno più". 
Un dramma umano che si consuma nell'indifferenza.

Legalità calpestata: Due ordinanze del Tribunale ignorate

La sua presenza in quella cella non è solo una tragedia, è un atto illegale
Ben due ordinanze distinte, emesse in tre mesi dal Tribunale di Sorveglianza di Torino, hanno stabilito senza ombra di dubbio che questa donna non deve stare in carcere
La sua condizione richiede cure specifiche in una comunità sanitaria adeguata. Eppure, queste decisioni della magistratura restano lettera morta, ignorate da un sistema che dimostra un disprezzo sconcertante per la legge e per la dignità umana.

Discriminazione scandalosa: Assistenza psichiatrica negata alle donne

Perché questa donna è ancora lì? 
La risposta, fornita da Sergio Rovasio, presidente dell’associazione Marco Pannella, è tanto semplice quanto scandalosa: mancano strutture sanitarie adatte ad accogliere detenute psichiatriche che devono scontare una pena. 
La direzione del carcere afferma di essersi attivata, ma la realtà è un muro di gomma.

La denuncia dei Radicali, emersa dopo una visita insieme al garante regionale Bruno Mellano, getta luce su una discriminazione sistematica e inaccettabile
Alle Vallette esiste una nuova struttura psichiatrica, ma è riservata esclusivamente ai detenuti maschi
Perché? Pare sia una "questione di spazi", una giustificazione ridicola di fronte alla palese violazione del diritto alla salute e alla parità di trattamento. 
Mentre per i 1400 uomini c'è un reparto, per le circa 100 donne non c'è nulla. 
Le detenute con problemi psichiatrici, se non trovano posto nelle uniche due celle dedicate vicino alla guardia, finiscono in una cella comune, abbandonate a sé stesse.

Condizioni disumane e il silenzio assordante del DAP

La visita dei Radicali ha scoperchiato un vaso di Pandora di negligenza e degrado:

  • Cibo scadente: Spesso riso scotto o freddo, un menù ripetitivo e inadeguato.
  • Condizioni igieniche pessime: Le detenute convivono con scarafaggi e muffe.
  • Sovraffollamento critico: La sezione femminile, progettata per 85 persone, ne ospita 108, costrette in spazi vecchi e angusti ( Tra loro, anche due bambini piccoli con le loro madri )

Di fronte a questa situazione allarmante, le istituzioni tacciono. 
"Abbiamo scritto più volte al Dap (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) per segnalare l’assenza di una sezione femminile psichiatrica, ma non abbiamo mai ricevuto risposta", denuncia Rovasio. 
Un silenzio istituzionale che sa di complicità e abbandono. 
Il timore per la salute della detenuta invalida è altissimo: "Temiamo per la salute di lei e delle persone come lei", afferma Rovasio, ricordando un recente suicidio nello stesso piano del carcere.

Un sistema carcerario al collasso: Appello urgente per una riforma

Anche le sezioni maschili non sono esenti da gravi problemi, come docce non funzionanti. 
Ma il quadro generale, come sottolinea l'avvocato Luca Calabrò, legale della detenuta invalida, è quello di un sistema carcerario fallimentare: "Bisogna ripensare l’intero sistema. 
Le strutture sono spesso fatiscenti e degradate, manca personale e mancano gli strumenti".

In queste condizioni, parlare di riabilitazione è una crudele ipocrisia
Questo caso, simbolo di un'ingiustizia profonda, urla la necessità non più rimandabile di una riforma strutturale che restituisca dignità ai detenuti e garantisca il rispetto dei diritti fondamentali e delle stesse sentenze dei tribunali. 
Questa situazione è intollerabile e richiede un intervento immediato.

Commenti