Notizia che ha del tragicomico da Bologna: un detenuto di 34 anni, di origine Albanese 🇦🇱, ha pensato bene di salutare il carcere della Dozza senza passare dal via, approfittando di un... ehm... varco dimensionale?
No, peggio: pare sia evaso da una porta lasciata aperta.
Sì, avete letto bene, alla faccia dei piani elaborati alla "Prison Break"!
Il colpo di scena: Addio semilibertà, ciao libertà (fai da te)
Il nostro protagonista non era un ospite a tempo pieno della struttura; godeva del beneficio della semilibertà, che gli permetteva di uscire per andare al lavoro.
Peccato che proprio ieri gli sia stata notificata la revoca di questo "bonus", a causa di qualche marachella commessa durante le sue uscite.
Forse la notizia non gli è andata giù, e ha deciso di interpretare il concetto di "uscita" in modo un po' troppo letterale.
Verso le 22:00, durante quello che doveva essere un banale trasferimento dal reparto semilibertà all'interno del carcere vero e proprio, è avvenuta la magia.
Complice, a quanto pare, una porta rimasta incredibilmente aperta, l'uomo si è dileguato.
Un classico intramontabile, quasi un omaggio ai film muti.
Alcune voci parlano anche di un possibile scavalcamento di muro, giusto per aggiungere un tocco atletico all'impresa.
Quando il sovraffollamento e la carenza di personale aprono le porte (in tutti i sensi)
Ora, senza voler fare i guastafeste, viene da chiedersi: come può succedere una cosa del genere?
È qui che entrano in gioco i soliti noti, i veri "villain" di tante storie carcerarie italiane: il sovraffollamento e la mancanza di personale.
Immaginate la scena: celle stipate, corridoi affollati, agenti che devono fare i salti mortali per gestire mille emergenze contemporaneamente.
In un contesto del genere, dove ogni risorsa umana è tirata allo spasimo, la porta dimenticata aperta non sembra più solo una sfortunata svista, ma quasi la conseguenza tragicomica di un sistema sotto pressione.
È la "ricetta perfetta" per il caos: aggiungi un pizzico di sovraffollamento, mescola con una cronica carenza di staff, e voilà, l'evasione è servita!
Forse quella porta non era "dimenticata", era solo... esausta come il personale?
Caccia al tesoro nei garage bolognesi
Ovviamente, non appena ci si è accorti dell'assenza ingiustificata, è scattato il panico, pardon, le ricerche.
Polizia Penitenziaria e altre forze dell'ordine si sono mobilitate, trasformando la zona intorno al carcere (via Ferrarese, via della Dozza, via del Gomito – nomi che sembrano usciti da una commedia degli equivoci) in un set per una gigantesca partita a nascondino.
I cittadini della zona raccontano di scene surreali: pattuglie che setacciano condomini, ispezionano cantine e garage, probabilmente controllando dietro le marmellate della nonna e dentro vecchi bauli.
L'ipotesi è che l'evaso, astutamente, si sia nascosto lì vicino, in attesa che le acque (e le ricerche) si calmassero un po' prima di tentare la fuga vera e propria.
Chissà, magari sta solo aspettando che aprano un'altra porta.