Il presidente del Consiglio Nazionale Forense (CNF), Francesco Greco, è intervenuto durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario dell'avvocatura, mettendo al centro della sua relazione temi cruciali come le condizioni carcerarie, la necessità di una riforma del sistema sanzionatorio, la tutela della funzione dell'avvocato e le sfide poste dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale nel sistema giudiziario.
Emergenza carceri: "Non luoghi di tortura di stato"
Una delle denunce più nette di Greco ha riguardato la situazione delle carceri Italiane. «Il carcere non può essere un luogo di tortura di Stato», ha affermato, sottolineando l'urgenza della questione.
«Siamo già arrivati a 28 suicidi nei primi mesi di quest'anno.
Parliamo di persone, non di cose o merci», ha aggiunto, evidenziando l'intollerabilità del dato.
Secondo il presidente del CNF, pur essendo giusto che chi viola la legge espii la pena, ciò deve avvenire nel rispetto della dignità umana.
Greco ha invocato un intervento immediato per migliorare le condizioni delle strutture esistenti e potenziare gli istituti a custodia attenuata, suggerendo che non sia necessariamente la costruzione di nuove carceri la soluzione prioritaria.
Riforma del sistema sanzionatorio: Potenziare le misure alternative
Collegato al tema carcerario, Greco ha sollecitato una revisione profonda del sistema sanzionatorio.
«Occorre ridurre il ricorso alla carcerazione come unico strumento di espiazione, ampliando l’uso delle misure alternative», ha dichiarato.
Ha inoltre posto l'accento sulla necessità di limitare al massimo la carcerazione preventiva, favorendo l'applicazione di altre misure cautelari disponibili.
Difendere l'Avvocatura: Garanzia del giusto processo
Un passaggio fondamentale della relazione ha toccato la crescente tendenza a confondere l'avvocato con il proprio assistito.
Greco ha criticato la narrazione, spesso alimentata dal "populismo digitale" e da certi programmi televisivi, che attacca la funzione difensiva quasi fosse complice dei reati contestati.
«È accaduto in Turchia, con lo scioglimento dell’Ordine forense di Istanbul, ed è una tendenza che si avverte anche in Italia», ha avvertito.
Ha ribadito con forza che «senza avvocato non c’è processo giusto», come sancito dalla Costituzione italiana, sottolineando l'importanza di "difendere chi difende".
Processo Penale telematico: Criticità operative
Riguardo alla digitalizzazione della giustizia, il presidente del CNF ha espresso preoccupazioni sul processo penale telematico.
Pur comprendendo la necessità di innovazione, ha rilevato che «oggi gli uffici non sono ancora pronti».
Secondo Greco, avviare una trasformazione così significativa senza gli strumenti adeguati rischia di compromettere le garanzie processuali.
Intelligenza artificiale: No alla redazione degli atti Giudiziari
Greco ha affrontato anche il tema dell'intelligenza artificiale (IA) nel contesto giudiziario, alla presenza del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Pur riconoscendo il potenziale della tecnologia per migliorare la qualità della vita e l'organizzazione del lavoro, ha posto un limite netto.
«Nel campo dei diritti, dobbiamo domandarci se può essere 'giusto', nel senso costituzionalmente orientato, il processo governato dall'Intelligenza Artificiale», ha affermato.
Il punto critico, secondo Greco, non riguarda l'uso dell'IA per l'organizzazione o lo studio degli atti, ma specificamente per la redazione dei provvedimenti giudiziari.
Ha espresso soddisfazione per il fatto che la bozza di disegno di legge governativo escluda tale possibilità, ma ha sollevato dubbi sulla mancanza di previsioni riguardo alle conseguenze per chi violasse tale divieto.
«Laddove si discute della persona, della comprensione della ragione delle scelte del singolo e della valutazione dei comportamenti, la decisione non può essere algoritmica ma deve essere frutto del convincimento interiore del giudice», ha concluso su questo punto.
Una nuova legge per l'Avvocatura del futuro
Infine, Greco ha annunciato l'intenzione del CNF di presentare a breve una proposta di riforma dell'ordinamento forense.
L'obiettivo è dotare la professione di una legge moderna, capace di regolare l'avvocato del futuro: «Una professione autonoma, libera e non mortificata economicamente, che possa continuare a essere presidio di democrazia e giustizia». L'appello finale è stato alla responsabilità collettiva per difendere i diritti fondamentali e rafforzare la fiducia nella giustizia.