L'attesa è finita, ma l'allarme è più forte che mai.
Il Ddl Sicurezza, il pacchetto di leggi fortemente voluto dal governo Meloni e già approvato mesi fa dalla Camera, si prepara a sbarcare in Senato il 15 e 16 aprile per la discussione finale.
Un provvedimento che, fin dalla sua prima bozza, ha scatenato un'ondata di indignazione per il suo chiaro intento repressivo e per le gravi minacce che porta alle libertà fondamentali dei cittadini.
Un attacco frontale alla libertà di manifestare
Dopo mesi di silenzio strategico, interrotto solo da discussioni su norme controverse come l'ingerenza dei servizi segreti nelle università, il Ddl 1236 torna prepotentemente alla ribalta.
Il Governo sembra determinato a portare a termine questo disegno autoritario, mascherato dietro la retorica della tutela delle forze dell'ordine e della sicurezza pubblica.
La realtà, però, è un'altra: un inasprimento generalizzato delle pene e dei divieti che colpisce duramente il diritto al dissenso.
Si prevedono pene detentive (da 18 mesi a 5 anni) e multe salatissime (fino a 15.000 euro) per chi provoca danni durante le manifestazioni.
Viene esteso il Daspo urbano, trasformandolo in uno strumento di controllo sociale applicabile anche solo sulla base di una denuncia.
Si introduce la cosiddetta "norma anti-Gandhi", che punisce con il carcere persino il blocco pacifico di strade o ferrovie, un attacco diretto alle forme storiche di disobbedienza civile non violenta.
Focus carceri: Il bavaglio definitivo anche dietro le sbarre?
Tra le misure più inquietanti e rivelatrici della natura liberticida di questo Ddl, spicca l'introduzione del reato di rivolta in carcere.
Se sulla carta si parla di "sommosse violente", il timore concreto è che questa norma venga utilizzata per criminalizzare qualsiasi forma di protesta all'interno degli istituti penitenziari, comprese quelle pacifiche.
In un contesto già segnato da sovraffollamento e condizioni critiche, negare ai detenuti persino la possibilità di esprimere pacificamente il proprio disagio o rivendicare i propri diritti rappresenta un inaccettabile bavaglio, un passo ulteriore verso la negazione dell'umanità e dei diritti fondamentali anche per chi è privato della libertà.
È questo uno degli aspetti più gravi e sintomatici della deriva illiberale del provvedimento: silenziare le voci più deboli, quelle che già faticano a farsi sentire.
Altre misure repressive: Un pacchetto completo
Ma l'offensiva del Governo non si ferma qui.
Il Ddl Sicurezza prevede:
- L'equiparazione della cannabis light alle sostanze stupefacenti, con il divieto di commercio e lavorazione, colpendo un intero settore economico.
- La famigerata "norma anti-Salis", che introduce pene severissime (da 2 a 7 anni) per l'occupazione di immobili destinati a domicilio altrui, una misura sproporzionata che ignora le emergenze abitative.
- Il divieto di acquisto di SIM telefoniche per i migranti senza permesso di soggiorno, un'ulteriore misura discriminatoria e disumana.
La società civile non ci sta: Pronta la mobilitazione
Di fronte a questo attacco frontale alla democrazia e ai diritti civili, la società civile non intende restare a guardare.
La "Rete No Ddl Sicurezza", nata già lo scorso novembre e capace di portare in piazza 50.000 persone a dicembre, ha annunciato nuove mobilitazioni in concomitanza con la discussione in Senato del 15 e 16 aprile.
Dalle università alle piazze, passando per le scuole e le associazioni, il messaggio è chiaro: questo Ddl non deve passare.
È una battaglia per difendere la libertà di espressione, il diritto a manifestare pacificamente, la dignità delle persone detenute e i principi fondamentali di una società democratica.
Come afferma la Rete, l'obiettivo è "respingere l’attacco autoritario alla nostra democrazia" e rimettere al centro le vere emergenze sociali: casa, reddito, sanità, istruzione, carceri, lotta alla violenza di genere e difesa dell'ambiente.
Il Governo è avvisato: la discussione in Senato sarà accompagnata da una forte e determinata protesta dentro e fuori le aule Istituzionali, noi di liberazioneanticipata.it ci saremo e ci aspettiamo di vedere molti di voi !