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Carcere e malattia mentale: La vergogna Italiana. Oltre il 15% dei detenuti con gravi disturbi mentali.

Un sistema al collasso che ignora i diritti fondamentali. Migliaia di detenuti con gravi disturbi psichiatrici senza cure adeguate, ammassati in condizioni disumane.
2 aprile 2025 di
Carcere e malattia mentale: La vergogna Italiana. Oltre il 15% dei detenuti con gravi disturbi mentali.
L R

L'orrore dei numeri: Malati psichiatrici dimenticati dietro le sbarre

È uno scandalo intollerabile quello che emerge dai dati sulla salute mentale nelle carceri Italiane. 
Il documento programmatico del Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale sbatte in faccia una realtà brutale: oltre il 15% dei detenuti soffre di disturbi mentali gravi. 
Stiamo parlando di una cifra che oscilla tra i 6.000 e i 9.000 esseri umani su oltre 62.000 reclusi, persone affette da patologie psichiatriche serie, troppo spesso lasciate a marcire senza le cure necessarie. 
Una vergogna nazionale denunciata con forza da Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive, durante il convegno "Salute in carcere: un diritto negato?". Un diritto, appunto, calpestato quotidianamente.

Campania: L'epicentro del sovraffollamento e del disastro sanitario

Se la situazione nazionale è grave, in Campania si tocca il fondo dell'inciviltà
I dati del parlano chiaro: un tasso di sovraffollamento indecente del 134,47%
Ben 7.509 detenuti stipati come bestie in spazi previsti per 5.584
Come stupirsi se la salute crolla in queste condizioni di vita precarie e degradanti? Malattie infettive che dilagano, denti che cadono per mancanza di cure basilari, cuori che cedono sotto il peso dell'ipertensione e dello stress.

Ma non basta. 
La piaga della droga dilaga indisturbata tra le mura carcerarie. 
Solo in Campania, 1.793 detenuti sono registrati come tossicodipendenti, esposti a rischi altissimi, HIV compreso. 
E cosa fa il sistema? 
Nulla, o quasi. 
Nessun trattamento serio delle dipendenze, cibo scadente, attività fisica ridotta a un miraggio. 
Il risultato? Un'esplosione di obesità, problemi muscolo-scheletrici, patologie cardiache.

I numeri forniti dal Garante sono un pugno nello stomaco:

  • 433 casi di problemi odontoiatrici (un bisogno primario ignorato!)
  • 164 casi di patologie ortopediche (vite segnate dal dolore fisico)
  • 150 casi di ipertensione (bombe a orologeria pronte a scoppiare)

Le proposte del Garante: un appello contro l'indifferenza

Di fronte a questo disastro annunciato, il Garante Ciambriello non si limita a denunciare, ma avanza proposte che dovrebbero essere considerate il minimo sindacale in un paese civile:

  • Migliorare le condizioni igienico-sanitarie, oggi spesso fatiscenti.
  • Implementare screening costanti per fermare l'avanzata di malattie croniche e infettive.

Serve un cambio di rotta radicale, un sussulto di dignità. 
"La situazione richiede un maggiore coordinamento tra giustizia, sanità e welfare", tuona Ciambriello. 
È ora di smetterla con questo scaricabarile indegno. 
Servono reparti ospedalieri dedicati ai detenuti, un potenziamento reale dei servizi per la salute mentale e il sacrosanto riconoscimento della specificità della medicina Penitenziaria.

Non si tratta solo di umanità, ma anche di intelligenza gestionale: una riforma seria permetterebbe di razionalizzare costi enormi e distribuire meglio le risorse, specie nel Sud Italia dove l'emergenza è più acuta.

L'appello del Garante è l'ennesimo grido d'allarme su un diritto fondamentale negato. La salute in carcere non può più essere l'ultima ruota del carro, un tema scomodo da ignorare. 
Continuare su questa strada non è solo ingiusto, è profondamente incivile.

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