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Carcere & Malattia: La vergogna Italiana che prospera nel silenzio complice delle ASL

Mentre i detenuti affondano tra malattie, suicidi e condizioni che gridano vendetta, la sanità penitenziaria è al collasso. Un sistema "illegale" tollerato sotto gli occhi di tutti.
7 aprile 2025 di
Carcere & Malattia: La vergogna Italiana che prospera nel silenzio complice delle ASL
L R

È una farsa grottesca che si consuma ogni giorno dietro le sbarre delle prigioni Italiane. 
Mentre si celebrano anniversari e si organizzano convegni (come quello recente della Simspe, la Società italiana di medicina penitenziaria), la realtà urla un'altra verità: le carceri Italiane sono bombe sanitarie a orologeria, focolai di malattie e disperazione che prosperano in condizioni spesso al limite della legalità, se non apertamente "illegali" per violazione dei diritti umani fondamentali. 
E la domanda che rimbomba, assordante, è: come è possibile che le ASL locali, teoricamente garanti della salute sul territorio, restino inerti di fronte a questo disastro?

Si continua a ripetere il mantra stantio che i detenuti sono cittadini con pari diritti, incluso quello alla salute. 
Parole vuote, smentite dai fatti e dai numeri che emergono (quando emergono, visto che manca persino una raccolta dati centrale degna di questo nome, come denuncia il dottor Sergio Babudieri della Simspe). 
Le patologie psichiatriche dilagano, alimentando una scia di suicidi che è diventata una mattanza intollerabile. 
Ma non basta: malattie infettive, diabete, obesità, tumori, tossicodipendenze sono la norma, non l'eccezione. Un inferno sanitario nascosto alla vista.

Un sistema sanitario al bivio: Progresso o abbandono totale?

Dal 2008, la responsabilità della sanità penitenziaria è passata dalla Giustizia alla Sanità, ovvero alle ASL regionali
Ci era stato venduto come un passo avanti. 
E invece? Salvo rare eccezioni sbandierate come modelli virtuosi (l'Emilia Romagna, citata da Babudieri), il risultato è spesso un peggioramento, un labirinto burocratico che nega le cure. 
Liste d'attesa infinite, trasferimenti impossibili per esami vitali – l'esempio della colonscopia negata a Sassari per indisponibilità locale è l'emblema di un sistema fallimentare e cinico, che tratta esseri umani come pacchi postali scomodi. 
Come può un'ASL permettere che sul suo territorio accadano simili aberrazioni?

Condizioni "Illegali": Il terreno fertile per malattia e disperazione

Non ci si può nascondere dietro un dito: il sovraffollamento cronico, le strutture fatiscenti che cadono a pezzi, le violenze quotidiane, le proteste disperate non sono solo problemi logistici. 
Sono il brodo di coltura perfetto per il disastro sanitario
È in questo ambiente disumano, in queste condizioni che definire "illegali" è un eufemismo, che le malattie prosperano e la disperazione porta ai gesti estremi. 
E parliamo di una popolazione carceraria sempre più giovane, vite spezzate a cui viene negata persino la dignità di una cura decente.

Il dramma silenzioso: Dipendenze, infezioni e l'ombra dei suicidi

La tossicodipendenza è una piaga endemica, spesso intrecciata a doppio filo con disturbi psichiatrici preesistenti che il carcere, anziché curare, amplifica fino al punto di rottura. 
La gestione di queste "doppie diagnosi" è affidata al caso, alla fortuna di trovarsi in un territorio con servizi esterni funzionanti. 
Un coordinamento reale? Un miraggio.

E poi ci sono le malattie infettive
Dopo il Covid, dovremmo aver imparato qualcosa, invece, casi di tubercolosi riemergono, l'epatite C circola. 
In una comunità chiusa come il carcere, il rischio di trasmissione multipla è altissimo, una minaccia non solo per i detenuti, ma anche per gli agenti, gli operatori, e potenzialmente per l'intera comunità esterna
Dove sono i controlli seri? Dove sono gli interventi preventivi che le ASL dovrebbero garantire?

ASL: Controllori o fantasmi? Il fallimento della vigilanza locale

Ed eccoci al punto dolente, allo scandalo nello scandalo: il ruolo delle Aziende Sanitarie Locali. 
Dal 2008 sono loro le responsabili dirette della salute dentro le mura. 
Cosa fanno concretamente? Quali ispezioni conducono? Quali rapporti stilano sulle condizioni igienico-sanitarie, sulla qualità delle cure, sulla gestione delle emergenze? Il sospetto, terribile, è che troppo spesso si limitino a una burocrazia di facciata, chiudendo gli occhi di fronte a realtà inaccettabili. 
Questo silenzio, questa inerzia, non è forse una forma di complicità con un sistema che viola sistematicamente i diritti fondamentali? 
È inaccettabile che le istituzioni preposte al controllo sanitario sul territorio permettano che le carceri diventino zone franche dove la legge e la dignità umana sembrano sospese.

L'appello (inascoltato) della Simspe: Serve un accordo serio, non altre parole vuote

Persino gli screening più basilari – odontoiatrici, mammografie, visite ginecologiche – diventano imprese titaniche. 
Gesti di prevenzione normali "fuori", diventano ostacoli insormontabili "dentro", con diagnosi che arrivano troppo tardi, quando non c'è più nulla da fare.

La proposta della Simspe di un protocollo d'intesa tra Ministero della Giustizia e Ministero della Salute per garantire cure omogenee su tutto il territorio nazionale suona quasi come un grido disperato nel deserto
Ha ragione Babudieri: la salute dei detenuti è una questione di sicurezza nazionale. Ma sembra che ai piani alti, e soprattutto a livello locale dove le ASL dovrebbero vigilare, questa verità elementare venga sistematicamente ignorata. 
È ora di smetterla con le parole e pretendere fatti, responsabilità e, soprattutto, umanità. 
Il sistema carcerario Italiano, così com'è gestito a livello sanitario, è una vergogna nazionale che non possiamo più tollerare.

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