Stamani “L’Unità” ha diffuso una lettera incisiva firmata da due detenuti del Carcere di Rebibbia, Gianni Alemanno e Fabio Falbo.
In questo documento, rivolto al direttore del carcere il 17 marzo, viene richiamata l’attenzione sulla riunione straordinaria della Camera dei Deputati del 20 marzo, dedicata alla situazione delle carceri.
Il Contesto e l’Appello
I detenuti invitano tutti i Parlamentari e i rappresentanti del Governo a superare la polemica politica e a concentrarsi sui volti degli oltre 61.000 detenuti che oggi soffrono nelle carceri italiane.
- Appello al Governo: Loro chiedono che l’Aula di Montecitorio non diventi un campo di scontro politico, ma un luogo di riflessione sui veri bisogni del sistema penitenziario.
- Critica alle Misure Attuali: Si sottolinea come le mozioni delle opposizioni, firmate dagli onorevoli Giachetti e D’Orso, non affrontino il tema dell’indulto e dell’amnistia, provvedimenti già dibattuti dalla Conferenza Episcopale Italiana dopo gli appelli di Papa Francesco.
Problemi e Proposte
La lettera evidenzia numerosi problemi strutturali:
- Sovraffollamento Carcerario: La proposta di una “liberazione anticipata speciale” per aumentare gli sconti di pena legati alla buona condotta potrebbe ridurre il sovraffollamento, evitando soluzioni indiscriminate come l’indulto.
- Sottodimensionamento degli Organici: Con soli 236 giudici di sorveglianza e educatori costretti a seguire fino a 150 detenuti ciascuno, la riabilitazione diventa praticamente impossibile.
- Organici Insufficienti della Polizia Penitenziaria: Anche le forze di custodia sono sotto organico, mettendo in seria difficoltà l’intero sistema.
I detenuti lanciano, inoltre, un forte invito a tutte le forze politiche:
- Le opposizioni di sinistra devono andare oltre il semplice attacco alle politiche di governo.
- Il centrodestra, invece, non deve abusare dell’argomento securitario per bloccare ogni intervento volto a ridurre la sofferenza dei carcerati.
L’appello finale è chiaro: è necessario un intervento reale e concreto per evitare il collasso del sistema penitenziario.
"Non c'è diritto se si assiste alla dissolvenza dei volti di chi patisce una pena fuori da ogni canone del diritto."
Il messaggio lanciato da Rebibbia il 17 marzo deve essere ascoltato da chi, giovedì prossimo, si incontrerà a Montecitorio.
Grazie per l’attenzione.
Roma Rebibbia – 17.03.2025