L'allarme è lanciato: la Conferenza dei Garanti dei Detenuti si appresta a incontrare il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l'11 marzo presso il ministero di via Arenula.
Con sdegno e fermezza, Samuele Ciambriello, portavoce nazionale, presenta un documento-appello che denuncia l'inaccettabile situazione delle carceri Italiane, dove il sovraffollamento e il crescente numero di suicidi sono ormai una crisi umanitaria.
Punti Chiave dell'Appello
La delegazione, composta anche dalla garante di Roma Valentina Calderone, dal garante del Piemonte Bruno Mellano, dalla garante di Parma Veronica Valenti e altri membri del coordinamento nazionale, esige misure immediate e efficaci.
Tra le proposte, spiccano:
- Misure deflattive per ridurre il sovraffollamento, inclusa la valutazione di un numero chiuso per gli istituti penitenziari.
- Incremento del personale educativo, dei mediatori linguistici, e l'ampliamento del supporto psicologico con psicologi, psichiatri e assistenti sociali.
- L'attuazione della sentenza della Consulta, che tutela il diritto all'affettività per i detenuti, fondamentale per una riabilitazione umana e dignitosa.
Il Contesto Critico
Il portavoce Ciambriello non esita a denunciare l'urgenza di interventi strutturali, evidenziando il numero preoccupante di suicidi in carcere e le condizioni insostenibili che affliggono il sistema.
È inaccettabile che, in un paese civile, si permetta che istituti destinati alla riabilitazione diventino luoghi di disperazione, dove il sovraffollamento distrugge ogni possibilità di assistenza e di umanizzazione della pena.
Una Denuncia Contro l'Inazione Istituzionale
La Conferenza dei Garanti mette in luce come la mancanza di interventi concreti e tempestivi stia alimentando una spirale di violenza istituzionale e abbandono nei confronti dei detenuti.
Il documento-appello rappresenta un grido di protesta contro un sistema che, invece di investire in strumenti di supporto e riforma, continua a favorire un approccio repressione e inefficace.
È un invito a ripensare radicalmente il modello penitenziario, affinché diventi uno strumento di riabilitazione e tutela dei diritti umani, e non un'ulteriore condanna alla sofferenza.
Con sdegno e determinazione, la Conferenza dei Garanti dei Detenuti esige una risposta urgente dal governo.
Basta con misure superficiali!
È tempo di adottare interventi strutturali: aumentare le risorse, garantire un supporto psicologico adeguato e ridurre il sovraffollamento attraverso norme che prevedano il numero chiuso e misure deflattive reali.
Solo così si potrà trasformare un sistema che oggi incarna disumanità e abbandono in uno strumento di giustizia e riabilitazione.