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Vergogna nelle carceri siciliane: detenuti in sciopero della fame contro restrizioni disumane

Ancora una volta, l’Amministrazione Penitenziaria si dimostra cieca, sorda e insensibile alle condizioni di chi è recluso.
28 febbraio 2025 di
Vergogna nelle carceri siciliane: detenuti in sciopero della fame contro restrizioni disumane
L R


Al carcere Pagliarelli di Palermo, 400 detenuti in regime di Alta Sicurezza hanno deciso di iniziare uno sciopero della fame per protestare contro l’ennesima, ingiustificabile stretta sui loro diritti. Una repressione inutile, pretestuosa, che mira soltanto a rendere ancora più infernale la vita dietro le sbarre.

La miccia che ha scatenato questa sacrosanta protesta è una circolare, imposta dal DAP su disposizione regionale, che con la scusa della prevenzione degli incendi  (ridicoli ndr) ha deciso di impedire ai detenuti di ricevere pacchi contenenti generi alimentari, coperte e perfino maglioni in pile
Un provvedimento che grida vendetta, varato senza alcun rispetto per la dignità umana, senza alcun riguardo per le già drammatiche condizioni in cui versano le carceri Italiane, e Siciliane in particolare.

Parliamo di Istituti di pena sovraffollati, dove il numero di suicidi ha toccato livelli record, dove la sopravvivenza quotidiana è già un calvario.

 E cosa fanno i burocrati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria? 

Anziché adottare misure per migliorare le condizioni di vita e prevenire il collasso del sistema, impongono nuove, inaccettabili restrizioni che colpiscono proprio chi ha meno possibilità di difendersi.

Il messaggio è chiaro: chi ha soldi può comprare tutto all’interno del carcere, chi invece non ha nessuno fuori a sostenerlo sarà condannato a privazioni ancora più umilianti. 
Non è solo un’ingiustizia, è un crimine istituzionale contro i diritti fondamentali delle persone recluse. 
Come si può giustificare un provvedimento che impedisce di ricevere una coperta durante i mesi invernali
Si vuole forse punire ulteriormente chi già sconta la sua pena?

L’esplosione della protesta era inevitabile

Dopo le battiture sulle sbarre, il carcere di Pagliarelli
ha visto 400 detenuti entrare in sciopero della fame
Un grido di disperazione e rabbia contro l’ennesima umiliazione imposta dall’alto. 
E la domanda è: fino a quando si continuerà a tollerare questo accanimento punitivo, che nulla ha a che vedere con la sicurezza e tutto con una gestione autoritaria e vendicativa del carcere?

Questa situazione non è più accettabile. 

Chi ha concepito e approvato queste misure deve assumersi tutta la responsabilità delle tensioni e delle conseguenze che ne deriveranno
Non si può continuare a calpestare i diritti umani con provvedimenti arbitrari e assurdi
Se esiste ancora un briciolo di giustizia, queste restrizioni devono essere ritirate immediatamente, prima che l’ennesima vergogna si trasformi in tragedia.


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