Nel carcere Di Lorenzo, situato in contrada Petrusa ad Agrigento, si sta consumando una vera e propria ingiustizia.
Le recenti disposizioni emanate dall’amministrazione penitenziaria siciliana, con la firma del provveditore regionale Maurizio Veneziano, hanno imposto divieti inaccettabili: beni essenziali come giubbotti imbottiti, lenzuola in pile, scaldacollo, farina, lievito, salumi e formaggi vengono ora etichettati come “di lusso”.
Questa scelta, che pretende di evitare un eccesso di comfort, si traduce nella negazione di strumenti vitali per combattere il freddo e la fame, aggravando ulteriormente la già drammatica realtà dei detenuti.
Le condizioni all’interno del penitenziario sono insostenibili.
Celle progettate per una persona ospitano fino a quattro detenuti, costretti a vivere in spazi inferiori a tre metri quadrati ciascuno.
Un unico lavandino, usato sia per l’igiene personale che per lavare i piatti, docce senza acqua calda e ambienti infestati da insetti e roditori trasformano la detenzione in una prigione di sofferenza e umiliazione quotidiana.
A peggiorare la situazione, il contatto con il mondo esterno è ridotto a sole due chiamate mensili di dieci minuti, ben al di sotto dei minimi legali, lasciando i detenuti isolati e abbandonati.
Queste misure non sono altro che un crudele atto di punizione, mascherato da precauzione per la sicurezza, che non mira alla rieducazione ma a mantenere un sistema di controllo disumano.
La lettera firmata da 55 detenuti è un grido d’allarme contro un regime penitenziario che, invece di offrire una prospettiva di riscatto, infligge una tortura silenziosa, violando sistematicamente i diritti fondamentali.
Dietro il pretesto della sicurezza, le istituzioni stanno perpetuando una logica di esclusione e sofferenza che ricorda i tempi oscuri del Medioevo, negando a chi sconta la pena il minimo rispetto e la dignità che ogni essere umano merita.
È urgente che le autorità intervengano per porre fine a questo sistema crudele e disumano, ristabilendo condizioni di vita che permettano ai detenuti di affrontare la pena in maniera umana e rispettosa dei loro diritti.
Ricordiamo che nella sezione "Strumenti" del nostro sito, troverete un modulo predisposto per aderire alla protesta contro le restrizioni insensate e punitive.