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Nelle carceri si continua a morire e sono recluse temporaneamente persone con le loro fragilità

22 febbraio 2025 di
Nelle carceri si continua a morire e sono recluse temporaneamente persone con le loro fragilità
Ramy

Mentre leggiamo l’accusa rivoltaci dal Procuratore Ardita di esserci avventurati, attraverso un “ contorsionismo concettuale”, in un “ difficoltoso tentativo di difendere il regime delle celle aperte”, tralasciando, da parte nostra, la dovuta considerazione al moltiplicarsi di “tutte le espressioni di disagio e di sofferenza della popolazione detenuta”, a distanza di poche ore dal suicidio di un cittadino egiziano avvenuto nel carcere di Pescara e che ha provocato un moto di indignazione e protesta tra i suoi compagni di detenzione, giunge la ferale notizia dell’ennesimo detenuto che ha deciso di togliersi la vita nel silenzio di una cella. Il dramma delle morti in carcere, stavolta, si è consumato a Frosinone. Era un 52enne, come tanti suicidi, a pochi passi dalla espiazione della pena. E siamo già a 14 dall’inizio dell’anno.

Una falcidia che non risparmia nessuna condizione detentiva. In espiazione pena o in attesa di processo, italiano o straniero. Tutti, però, secondo i dati dell’ultimo rapporto del Garante nazionale, detenuti in sezioni a “custodia chiusa” e in istituti particolarmente affollati. Nessun cruccio, dottor Ardita. Non è per noi un compito “difficoltoso” denunciare la scelleratezza della circolare ministeriale con cui si è stabilita, dopo l’emergenza da Covid 19, la chiusura generalizzata delle celle per la media sicurezza. Una scelta inopportuna che ha visto, per come si legge nella recente relazione del ministero della Giustizia, la configurazione di “tutti gli istituti penitenziari secondo le direttive contenute nella circolare” del luglio 2022. Lo abbiamo sempre fatto, continueremo a dirlo senza farci zittire per la solita e pur vecchia “come il cucco” ragione emergenziale della mafia che impera nelle carceri, immortalata, in maniera sarcastica, anche da Fabrizio De Andrè, nel 1990, in Don Raffae’.

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