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Marco Sorbara: Dopo 909 giorni da innocente, un appello per la Giustizia Riparativa. La denuncia di liberazioneanticipata.it sugli errori giudiziari

Riceviamo e pubblichiamo la fondamentale prospettiva di Marco Sorbara, vittima di malagiustizia. La sua toccante lettera, unita ai dati allarmanti sugli errori giudiziari in Italia, sollecita una profonda riflessione su un sistema che necessita urgentemente di evolvere verso una giustizia più umana e trasformativa.
8 giugno 2025 di
Marco Sorbara: Dopo 909 giorni da innocente, un appello per la Giustizia Riparativa. La denuncia di liberazioneanticipata.it sugli errori giudiziari
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Noi di liberazioneanticipata.it riceviamo e pubblichiamo con profonda convinzione la lettera e la prospettiva di Marco Sorbara, un uomo che ha vissuto sulla propria pelle l'incubo della malagiustizia, trascorrendo 909 giorni in carcere da innocente
La sua esperienza non è, purtroppo, un caso isolato. 
Fonti del Ministero di Grazia e Giustizia riportano che sono quasi 1000 gli innocenti che ogni anno finiscono dietro le sbarre a causa di errori giudiziari ( a spese dei contribuenti )
Per noi di liberazioneanticipata.it, anche un solo innocente in carcere rappresenta una sconfitta dello Stato e della cosiddetta società civile. 
Consideriamo i numeri degli errori giudiziari che annualmente si verificano in Italia una pura follia di un sistema che da tempo ha dimostrato di non funzionare più come dovrebbe. 
La lettera di Marco Sorbara non è una semplice polemica, ma una proposta di riflessione profonda e costruttiva, che merita la massima attenzione.

Il caso Brusca e la necessità di una riflessione più ampia


La recente liberazione di Giovanni Brusca, figura tristemente nota per il suo passato mafioso, ha scosso l'opinione pubblica, riaprendo ferite profonde. 
Come sottolinea Marco Sorbara, la reazione emotiva è comprensibile. 
Brusca non è solo l'uomo che ha premuto il telecomando a Capaci, ma anche un reo confesso di oltre cento omicidi, incluso quello efferato del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Tuttavia, Sorbara ci invita ad andare oltre l'indignazione. 
Se lo Stato ha concesso una nuova opportunità a Brusca, seguendo le leggi vigenti, "deve avere l’umiltà di riparare anche chi non ha un potere negoziale come quello di un ex capomafia." 
La legge ha fatto il suo corso per Brusca, che ha scontato la pena e collaborato con la giustizia. Ma questo, secondo Sorbara, deve spingerci a interrogarci sulla natura stessa della giustizia: è solo punitiva o può essere anche trasformativa?

Marco Sorbara: 909 giorni da innocente e la forza della proposta


La voce di Marco Sorbara è particolarmente autorevole su questi temi. 
Lui stesso ha vissuto il dramma del carcere, ma da innocente. "Ho passato 909 giorni di ingiusta detenzione, in una cella di quattro passi per due, accusato ingiustamente," racconta. "Anch'io posso essere considerato di fatto una vittima, vittima di una falla del sistema giustizia che per un determinato arco temporale ha attraversato la vita distruggendola." Questa esperienza lo ha reso vittima non solo del sistema, ma anche "dei pregiudizi, dei finti moralismi, delle finte amicizie".

Cos'è la giustizia riparativa e perché è fondamentale oggi


È da questa sofferenza e dalla successiva resilienza che nasce la sua proposta: è tempo di parlare seriamente di Giustizia Riparativa
Questa visione, già prevista dalla normativa Italiana e rafforzata dalla riforma Cartabia, non intende sostituire la giustizia penale, ma integrarla e completarla. 
La Giustizia Riparativa "non cerca la vendetta, ma la comprensione; che non cancella il male, ma prova a trasformarlo in occasione di verità, riconciliazione e cambiamento."

Un esempio toccante di questo approccio è il percorso intrapreso da Agnese Moro e dai familiari delle vittime del terrorismo, che hanno dialogato con ex membri delle Brigate Rosse. 
Un gesto che, come precisa Sorbara, "non cancella il dolore, ma lo attraversa, lo rende fecondo, lo orienta verso una trasformazione collettiva." 
Questi percorsi non assolvono, ma chiedono conto in modo più esigente, attraverso l'incontro e l'ascolto.

"La gabbia – Quattro passi per due": Un esempio concreto di giustizia riparativa in azione


La ferita dell'ingiusta detenzione, quella "cella diventata la mia gabbia, fisica e mentale," Marco Sorbara l'ha trasformata in un progetto concreto: “La Gabbia – Quattro Passi per Due”. Si tratta di un percorso educativo per ragazzi e detenuti, un'esperienza di incontro dove il confine tra vittima e autore del reato diventa un punto di contatto umano. 
I partecipanti costruiscono simbolicamente una gabbia, vi inscrivono paure e colpe, per poi decostruirla insieme, aprendo spazi di ascolto e cambiamento. 
È un'applicazione tangibile della giustizia riparativa, che ha già coinvolto scuole, carceri e istituzioni, dimostrando la sua potente efficacia nel promuovere il riconoscimento reciproco e la possibilità di evolvere.

L'appello di Marco Sorbara: Un confronto vero per una giustizia più umana


Per questo, Marco Sorbara, da cittadino ed ex detenuto ingiustamente, sente che i tempi sono maturi. La Giustizia Riparativa può e deve trovare spazio, anche in contesti complessi. Non per cancellare il passato, ma per illuminare il futuro, offrendo una via per uscire dall'odio e dalla vendetta, senza sacrificare verità, memoria e rispetto.

L'appello è rivolto alle Istituzioni, alla Politica, alla Magistratura e alla società civile: è necessario aprire un confronto "vero, autentico, profondo" su questi temi, un confronto che ascolti realmente il dolore delle vittime. 
Un dolore che Sorbara conosce bene, avendolo vissuto sulla sua pelle durante i suoi 909 giorni da innocente, sperimentando "l’assenza di giustizia, cosa significa essere abbandonati, dimenticati, giudicati prima che ascoltati."

Da quella solitudine e da quel dolore, Sorbara ha scelto la via dell'amore e della responsabilità, incontrando persone che lo hanno sostenuto. Il suo percorso non è solo un riscatto personale, ma "il riscatto possibile di tanti."

Verso una Giustizia più giusta: Un impegno collettivo


Non si può più concepire la giustizia come meramente tecnica e punitiva. 
È necessario affiancare al carcere spazi di ascolto, dialogo e responsabilità vera
La Giustizia Riparativa, sottolinea Sorbara, "non è un sogno buonista: è una realtà prevista dalla legge, praticata già in Italia, e profondamente umana."

L'esempio di Agnese Moro, il desiderio di ascolto di tante vittime, la volontà di cambiamento di molti detenuti: tutto questo indica che un cammino diverso è possibile e necessario. 
Per noi, per le nostre comunità e per le future generazioni.

"Se vogliamo che crescano in una società più giusta, più etica, più umana," conclude Marco Sorbara, "dobbiamo avere il coraggio di parlare anche di queste cose. 
Di non lasciare il dolore inascoltato, né la colpa isolata."

Una giustizia più giusta è possibile. Ma dipende da noi. Dall'impegno a "guardare le ferite" e a fare, davvero, "quattro passi insieme. 
Dentro le nostre gabbie. E fuori, finalmente, verso la libertà."


Marco Sorbara
Ex detenuto ingiustamente – 909 giorni di ingiusta detenzione
Fondatore del progetto “La Gabbia – Quattro Passi per Due”
Impegnato in progetti sociali, per la legalità e la giustizia riparativa

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