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Donne Detenute: Invisibili e Dimenticate dallo Stato

Il Governo Abbandona le Donne in Carcere: Disperse, Isolate e Private di Dignità
3 marzo 2025 di
Donne Detenute: Invisibili e Dimenticate dallo Stato
Ramy

 

Le Donne in Carcere: Una "Minoranza Penitenziaria" Ignorata

In Italia, circa 3.000 donne sono attualmente detenute, ma solo un quarto di loro si trova nei tre istituti penitenziari femminili attivi nel Paese. 
Le altre? Sparpagliate, dimenticate e invisibili nei penitenziari maschili, lontane dalle loro famiglie e private di qualsiasi riferimento affettivo.

Questa situazione non è un caso, ma il risultato di una politica carceraria discriminatoria e negligente, che considera le donne detenute una questione marginale, un fastidio da gestire nel modo più comodo per lo Stato, senza alcuna attenzione per i loro diritti e per la loro dignità.

Numeri Vergognosi: Il Sistema Penitenziario Dimentica le Donne

I dati ufficiali parlano chiaro. Al 31 gennaio 2025, secondo l'ultimo rapporto del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, le donne recluse erano 2.718 su un totale di 61.916 detenuti. Di queste, 11 madri con 12 bambini vivono in condizioni di detenzione.

Numeri che confermano una realtà inquietante: le donne rappresentano meno del 5% della popolazione carceraria, e proprio per questo vengono trattate come un problema secondario.

Solo tre istituti penitenziari femminili esistono in Italia, situati a Trani, Roma e Venezia, e ospitano appena un quarto delle donne detenute. 
Le altre vengono relegate in sezioni separate all'interno di carceri maschili, strutture pensate e progettate esclusivamente per uomini, senza alcuna considerazione per le esigenze femminili.

La Pena Doppia delle Donne in Carcere

Oltre alle strutture tradizionali, esistono gli ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per Madri detenute con figli), ma la loro presenza non è sufficiente a garantire un trattamento dignitoso alle detenute. Le ripercussioni della discriminazione carceraria sulle donne sono gravissime:

  • Isolamento geografico: le detenute sono spesso lontane centinaia di chilometri dalle loro famiglie, rendendo le visite quasi impossibili.
  • Percorsi rieducativi compromessi: le donne non hanno accesso agli stessi programmi di reinserimento disponibili per gli uomini.
  • Condizioni strutturali inadatte: le sezioni femminili all'interno dei penitenziari maschili sono progettate per uomini, senza alcuna attenzione ai bisogni delle detenute.

L'associazione Antigone, nel suo rapporto sulle detenute in Italia, ha evidenziato come queste problematiche rendano ancora più difficile il percorso di rieducazione e reinserimento delle donne nella società. 
Lo Stato, nei fatti, le condanna a una pena ancora più dura e ingiusta.

Donne Detenute: Invisibili per il Governo

Le donne commettono meno reati, sono considerate meno pericolose e quindi vengono disperse sul territorio nazionale, senza alcuna strategia che garantisca loro un trattamento equo e dignitoso. 
Non fanno notizia, non interessano alla politica, non rappresentano un fenomeno di cui preoccuparsi.

Ma per loro, la pena diventa doppia: oltre alla privazione della libertà, subiscono l'isolamento totale, costrette a vivere in sezioni maschili che non rispettano minimamente le loro esigenze e il loro diritto alla dignità.

Questa non è giustizia, ma un'ulteriore forma di oppressione e abbandono istituzionale.

Lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità e garantire alle detenute condizioni umane e percorsi di recupero reali. 
Lasciarle invisibili nelle carceri maschili è un crimine di Stato.


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