Chi presenta un reclamo per le condizioni disumane di detenzione viene semplicemente trasferito, e le celle vengono riempite con nuovi detenuti. A partire dallo scorso autunno al tribunale di sorveglianza di Firenze, l’organo della magistratura che si occupa dei diritti delle persone detenute nelle carceri italiane, sono arrivati circa 120 reclami presentati dai detenuti del carcere di Sollicciano, noto per essere uno dei peggiori del sistema penitenziario italiano (tra le altre cose, il carcere è da mesi senza direttore e rischia di restarlo ancora a lungo). Nei reclami i detenuti denunciano la violazione dei loro diritti e chiedono che vengano prese delle iniziative per migliorare le condizioni di detenzione nel carcere, che si trova nella periferia ovest di Firenze.
Molti dei reclami esaminati sono stati accolti dal tribunale, che nelle ordinanze ha definito la condizione detentiva di alcune persone «particolarmente disumana» a causa delle «condizioni degradanti dell’istituto», che compromettono gravemente «il diritto alla salute e il diritto a una detenzione rispettosa del senso di umanità e della propria dignità». Di conseguenza il tribunale ha ordinato all’amministrazione penitenziaria tra le altre cose di provvedere a una sistemazione delle celle. L’amministrazione, però, invece di ristrutturare o ampliare gli spazi a disposizione dei detenuti si è limitata a trasferire le persone in altre carceri. E successivamente ha continuato a usare quelle stesse celle, ma per ospitare nuovi detenuti.